Alcuni passaggi delle conclusioni di Vendola al Congresso di Sel: con Tsipras per incontrare Shulz
Le minacce alla comunità ebraica romana, «sono come un’espistola mafiosa» sono «il segno, il simbolo di ciò che è il contrario dell’Europa, di ciò che minaccia l’Europa. Tutti noi ci sentiamo proiettati lì, dentro lo spazio di una sinagoga a dire “siamo tutti ebrei”».
Sull’Europa
«Questa mattina l’Europa si trova a Ponte Galeria, in un Cie dove ancora una volta molti immigrati si sono cuciti la bocca. Ma un continente che cuce la bocca a un migrante, è un continente senza anima e senza prospettiva. Noi, invece, abbiamo bisogno della loro voce!». Nichi Vendola, dal palco del congresso di Sel, sostiene la protesta dei migranti che nel Cie di Roma protestano per le condizioni in cui sono costretti.
«Voglio con tutto il cuore ringraziare il capo della socialdemocrazia europea Martin Schulz per la lettera bellissima che ci ha spedito. Noi nel compito difficile e gravoso di liberare il socialismo europeo da qualunque forma di connivenza e subalternità nei confronti del liberismo, noi gli saremo accanto».
«Alexis Tsipras è un compagno che è nella generazione dei miei figli politici. Io penso che nel nostro cammino ci sia però un punto fermo: la critica senza se e senza ma dello stalinismo in tutte le sue forme. I partiti malati di ortodossia ideologica e di nostalgia non sono nostri compagni di viaggio. Sarà la platea del congresso a decidere chi sosterrà Sel alle europee: bisogna imparare a cedere sovranità, perché l’innovazione non si teorizza soltanto, la si pratica».
«Nessuno ha vinto questo congresso. Tutti hanno vinto questo congresso. Avete vinto tutti voi che ci date il mandato specifico di praticare la possibilità di sostenere Tsipras, una volta che abbia dato la disponibilità di indicare la sua candidatura non chiusa nel recinto del Gue, ma aperto alla sinistra più larga. Noi metteremo questa possibilità nelle mani del gruppo dirigente. Con Tsipras ma non contro Schulz, con Tsipras per incontrare Schulz»
Renzi e il Pd
«Vedi caro Matteo Renzi hai sbagliato a non venire qui. Qui non avresti trovato una platea infastidita dalle molestie delle soglie di sbarramento. Ma un popolo che ti chiede di guardare con più attenzione alle ferite della democrazia che sono il problema dell’Italia e dell’Europa».
«Non è stato il partito d’Azione a produrre fenomeni come Scilipoti. Ora che si consenta a Berlusconi di dire che il male dell’Italia sono i piccoli partiti, quello che ha portato nelle istituzioni trafficanti di carne umana, di voti, di denaro. Che lui ci dia lezioni di etica pubblica. Caro Matteo non gli dovevi dare l’agio di tornare in cattedra»
«Il conflitto di interessi è incompatibile non con l’idea bolscevica ma con qualsiasi idea liberale. Un renziano doc, come il ministro Delrio, dice oggi che parlare di conflitto di interessi crea difficoltà al manovratore. Ma scusate, di che manovre stiamo parlando?»
«Ci vogliono sempre o di qua o di là, o apocalittici o integrati. Noi, no! Noi staremo sempre nella terra di mezzo, praticheremo la linea di frontiera».
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