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Martedì, 7 luglio 2015

Grecia, mozione Sel e esponenti Sinistra: Italia sostenga Atene. De Petris: venga Renzi a riferire su Eurogruppo e non il ministro

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L’Italia non sia spettatrice ma attore attivo nella soluzione della crisi greca. A chiederlo, in una mozione presentata oggi alla Camera, sono Sel (con i capigruppo Arturo Scotto e Loredana De Petris) e alcuni deputati dell’area della sinistra, tra cui Alfredo D’Attorre (minoranza Pd) e Stefano Fassina (ex Pd), a cui si aggiunge l’ex grillino ora al gruppo misto Francesco Campanella.

Nella mozione, che viene definita “aperta” e per la quale i promotori si augurano un “dibattito non ideologico”, si chiede l’impegno del governo “ad aiutare la Grecia a sostenere le sue ragioni in tutte le sedi europee “, “rifiutando qualsiasi opzione ‘tecnocratica’ che commissari di fatto le istituzioni democratiche”; ad impegnarsi affinche’ si “affronti nelle sedi europee e internazionali la questione del debito pubblico dei paesi più esposti, attraverso iniziative di rinegoziazione” e “promuovendo l’emissione di eurobond”; a far sì che si svolga una “conferenza sul debito” e si avvii “un processo di riforma dei trattati eruopei”; infine, il governo si impegni a dar vita a “un’indagine conoscitiva” in Parlamento “sulle origini del credito italiano nei confronti della Grecia”.

«E’ un’iniziativa costruttiva che vuole spingere il governo a cambiare linea. Che pone a Matteo Renzi, al Pd, all’opinione pubblica un punto: quella italiana è una funzione solo notarile o può svolgere un ruolo attivo» nel sostegno alla Grecia, in una posizione netta contro l’austerity? Cosi’ la delegazione di parlamentari si è presentata alla conferenza stampa a Montecitorio annunciando la mozione parlamentare depositata alla Camera e al Senato.

«Il referendum greco rimette sul tavolo l’opportunità di fare una ‘operazione verità. Molto semplice: riconoscere che l’Eurozona dentro l’agenda mercantilistica orientata dall’interesse nazionale tedesco porta al naufragio». Stefano Fassina, ex Pd, si è portato questa sintesi dalla due giorni di maratona greca in appoggio al referendum di Tsipras. E la vuole trasferire al governo italiano. Con tutti i parlamentari che sono andati ad Atene per sostenere Syriza, anche Fassina, al rientro, si presenta in conferenza stampa per illustrare la mozione firmata da tutti e che “impegna il governo ad aiutare la Grecia e a sostenere le sue ragioni in tutte le sedi europee”.

«E’ evidente che la Grecia aveva problemi molto seri prima di entrare nell’euro, prima della crisi del 2008-2009. Ma il punto è che la medicina che è stata somministrata in dosi massicce ha aggravato la malattia, ed è la stessa medicina che viene somministrata a tutta l’Eurozona», spiega Fassina sottolineando le «parole preoccupanti che vengono ancora oggi da Berlino e Bruxelles»..

La mozione è stata sottoscritta, oltre che da Fassina, dai capigruppo di Sel al Senato e alla Camera, Loredana De Petris e Arturo Scotto, da Alfredo D’Attore (minoranza Pd), da Francesco Campanella (senatore ex M5S, ora al misto).

La senatrice De Petris ha inoltre ribadito che in Senato sia Renzi a riferire sulla crisi greca e non il ministro. «Deve essere il presidente del Consiglio e non il ministro dell’Economia a riferire giovedì in Senato sulla crisi greca e sugli esiti dell’Eurogruppo. Soprattutto, deve essere il presidente Renzi a illustrare qual è la posizione del governo italiano e quali iniziative politiche intende assumere», ha affermato la presidente del Gruppo Misto-SEL al Senato.

«Il referendum in Grecia e la vittoria schiacciante dei no- prosegue la presidente De Petris- dimostrano che in Europa esiste ormai un enorme problema di ordine politico, non solo economico o di ordine tecnico. Oggi stesso, insieme con molti tra i parlamentari italiani che domenica si sono recati ad Atene per portare la loro solidarietà al popolo greco, presenteremo una mozione in cui chiediamo che l’Italia prenda una posizione netta e precisa su temi determinanti come la revisione dei trattati europei e la convocazione di una conferenza sul debito. E’ dunque essenziale che in Aula ci sia il presidente del Consiglio. Renzi non può continuare a evitare il confronto con il Parlamento. Chiediamo dunque con la massima forza che sia lui a riferire in aula giovedì e che la nostra mozione sia calendarizzata con la massima urgenza», conclude la presidente del Gruppo Misto.