Il 17 ottobre tutti in piazza contro la povertà
Alcuni giorni fa la Caritas Italiana ha presentato a Roma il Rapporto 2015 “Le politiche contro la povertà in Italia” in cui si denuncia come confrontando il 2014 con il 2007, cioè con il periodo pre-crisi, il numero dei poveri in senso assoluto sia salito in Italia da 1,8 milioni a 4,1 milioni, più che raddoppiando. L’Italia è l’unico paese europeo, insieme alla Grecia, privo di una misura nazionale contro la povertà, mentre l’attuale sistema di interventi pubblici risulta del tutto inadeguato (i fondi nazionali sono passati da 3.169 milioni del 2008 a 1.233 milioni del 2015).
Nel frattempo il Governo ci informa che “l’Italia riparte” e che l’urgenza del Paese è stravolgere la Costituzione: o è la Caritas ad essersi iscritta al partito dei gufi o è il Governo ad aver le idee confuse su quali siano le priorità. Quel che è certo è che non basterà un tweet a cancellare dati di fatto che hanno bisogno di risposte immediate. Dall’inizio della crisi, mentre le destre, e non solo le destre, mettevano in salvo le banche grazie all’austerità, il 10% più povero della popolazione italiana ha visto decrescere il proprio reddito del 27%. Un fenomeno inarrestabile e pericoloso che non si risolverà da sè né, tantomeno, troverà nella cieca fiducia nel mercato e nelle politiche liberiste la propria soluzione. “L’Italia riparte”, tutti vogliamo che l’Italia riparta. Ma un conto è camminare sul sentiero di una maggiore equità e giustizia sociale e un altro è sacrificare diritti e dignità delle persone e del lavoro.
E’ solo con la politica che possiamo sfidare la povertà e batterla. Da anni SEL si batte, in Parlamento e nel Paese, per l’introduzione del reddito minimo garantito, sostenendo la proposta di legge di iniziativa popolare e chiedendo, ogni giorno, al Governo di fare un passo in avanti in una direzione già percorsa da tutti gli Stati europei. Ancora nei giorni scorsi in Senato abbiamo riproposto, insieme agli esponenti del M5S, per l’ennesima volta, una modifica del calendario dei lavori, cercando di trovare spazio per discutere e approvare il DDL. Si vede, però, che per la maggioranza è ben più importante fare a pezzi la Costituzione anziché provare ad applicarla fin dai primi articoli, assolvendo, ad esempio, al compito assegnato alla Repubblica dall’articolo 3: “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione”.
La povertà non ammette perdite di tempo e tatticismi. Per questo, mentre continuiamo a chiedere impegno e volontà politica per portare presto in aula il reddito minimo, SEL è già al lavoro sulla prossima legge di stabilità e nella conferenza stampa tenuta ieri alla Camera dei Deputati insieme a Stefano Fassina e Pippo Civati è stato presentato un piano alternativo in cui si prevede un programma straordinario di contrasto alla povertà e inserimento al lavoro.
Dobbiamo iniziare a lavorare subito e bene perchè, nel frattempo, Salvini e i suoi epigoni hanno gioco facile nel “criminalizzare” la povertà, contribuendo alla disgregazione sociale del nostro Paese in nome di una manciata di voti in più, ottenuti muovendo una guerra inumana ai poveri e agitando lo spauracchio della guerra tra poveri.
Anche per questo, il 17 ottobre saremo anche noi alla manifestazione nazionale contro la povertà promossa da Libera e Gruppo Abele, che hanno dato vita alla campagna “Miseria Ladra“, e fatta propria dalla Coalizione Sociale, nella sua ultima assemblea, e pensiamo che non solo Sel, ma tutte le forze che si battono per sconfiggere le politiche di austerity, debbano mobilitarsi ed essere partecipi di una iniziativa che dobbiamo contribuire a rendere grande e ampia. Per non far chiudere gli occhi davanti alla povertà come vorrebbe il governo, per indicare al Paese un’altra strada possibile.