Reddito minimo garantito – La proposta di legge di Sinistra Ecologia Libertà
SINTESI PROPOSTA
Il tasso di disoccupazione è a livelli altissimi, la disoccupazione giovanile è oltre il 40%, la maggior parte dei giovani che lavorano sono precari e senza diritti. I precari in totale sono oltre 3 milioni. Cioè milioni di lavoratori e lavoratrici che una volta perso il lavoro non hanno più nessuna fonte di reddito. Oltre 9 milioni di persone vivono nell’area della sofferenza e del disagio occupazionale, tra disoccupati, cassintegrati, precari.
Occorre un nuovo sistema di welfare, un modello di welfare universale, che estenda tutele e diritti acquisiti a coloro cui vengono negati. Questo nuovo modello, per noi, passa attraverso l’istituzione di un Reddito Minimo Garantito.
In un paese in cui il 10% della popolazione detiene il 50% delle ricchezze, il reddito minimo rappresenta una misura decisiva per l’uguaglianza e un fattore anticiclico rispetto alla crisi che, redistribuendo risorse, aiuta a rimettere in moto i consumi e l’economia e diminuisce gli squilibri sociali e reddituali.
Ce lo chiede l’Europa.
Una risoluzione del Parlamento europeo del luglio 2011 chiedeva a tutti gli Stati europei di rafforzare il reddito minino in tutti gli Stati membri e ai due Stati ancora sprovvisti, Italia e Grecia di adottarlo al più presto.
Quanto costa
E’ molto difficile fare una stima, perché la platea dei possibili beneficiari cambia ogni giorno e perché molto dipende da come verrebbe riorganizzato il welfare, e quindi da quali e quanti strumenti esistenti verrebbero assorbiti.
Dati di varie ricerche (Bin- Italia, Caritas, Istat) dicono che il reddito minimo peserebbe dai 6 ai 18 miliardi di euro all’anno. Sottraendo da queste stime quanto viene oggi speso in misure di integrazione del reddito, l’impegno effettivo di spesa sarebbe pari a 5 miliardi circa per garantire un reddito minimo pari a 7.200 euro annui (600 euro al mese)
Il reddito minimo garantito è finanziato, in tutta Europa, dalla fiscalità generale. Perché risponde a un criterio molto semplice: si redistribuisce reddito, facendo in modo che chi ha troppo possa farsi carico di chi non ha niente. Per questo il mantra “non ci sono le risorse” è una sciocchezza . Dove prendere le risorse è una scelta politica.
—–
SCHEDA
Finalità:
il reddito minimo garantito ha lo scopo di contrastare il rischio marginalità, garantire la dignità della persona e favorire la cittadinanza attraverso un sostegno economico
A chi:
Beneficiari del reddito minimo garantito sono tutti gli individui (inoccupati, disoccupati, precariamente occupati) che non superino i 7200 euro annui. Devono essere residenti sul territorio nazionale da almeno 24 mesi; devono essere iscritti presso le liste di collocamento dei Centri per l’impiego;
Quanto:
L’ammontare individuale del beneficio del reddito minimo garantito è di 7200 euro annui, pari a 600 euro mensili (corrisponde come chiesto dal Parlamento europeo, al 60% del reddito mediano nazionale, cioè la soglia di povertà); tale misura deve essere rivalutata in base al numero dei componenti del nucleo familiare.
Altre misure:
Al beneficio economico diretto del reddito minimo garantito possono concorrere anche le Regioni e gli enti locali attraverso l’erogazione del “reddito indiretto” ovvero favorire prestazioni di beni e servizi.
Offerte di lavoro
Al beneficiario del reddito minimo garantito saranno proposte eventuali offerte di impiego, purché le stesse siano effettivamente compatibili con la carriera lavorativa pregressa del soggetto e con le competenze, formali o informali, in suo possesso.
Sospensione e decadenza:
Vi sarà la sospensione o la decadenza del reddito minimo garantito quando il beneficiario dichiari il falso al momento della richiesta; venga assunto con contratto di lavoro a tempo indeterminato; partecipi a percorsi di inserimento lavorativo retribuiti; al compimento dei 65 anni di età; quando il beneficiario rifiuti una proposta congrua di impiego dopo il riconoscimento delle sue competenze formali ed informali.
Tale disegno di legge inoltre delega il Governo a definire una riforma degli ammortizzatori sociali in modo da introdurre un sussidio unico di disoccupazione esteso a tutte le categorie di lavoratori a prescindere dall’anzianità contributiva o dalla tipologia contrattuale; a riordinare le spese delle prestazioni assistenziali in modo da renderle coerenti con l’istituzione del reddito minimo garantito; a stabilire un compenso orario