Documento organizzativo approvata dall’Assemblea Nazionale. Sel oltre Sel: divenire piattaforma connettiva della sinistra italiana.
DOCUMENTO SULLA RIFORMA DELL’ORGANIZZAZIONE EMENDATO E MODIFICATO DALLA DISCUSSIONE DELLA COMMISSIONE SPECIALE SULL’ORGANIZZAZIONE A HUMAN FACTOR votato e approvato dall’ASSEMBLEA NAZIONALE.
Mettere in comune il pensare e non il pensiero
Quanto accaduto a Milano a HUMAN FACTOR ha senz’altro aiutato il nostro percorso di verifica programmatica e organizzativa. Le modalità che abbiamo scelto e praticato a Milano devono cominciare a diventare pratica quotidiana e la durata nel tempo che si addice a quelle trasformazioni che vogliano sedimentarsi, divenire consuetudine e metodo, innervare gli schemi di pensiero dei gruppi dirigenti e provocare infine profondi cambiamenti culturali.
Restituire centralità al reale, cioè al racconto delle condizioni materiali di vita di milioni di persone, come si è fatto all’interno dei 47 Laboratori che abbiamo attivato, utilizzando anche strumenti virtuali, linguaggi più attuali, incursioni nei grandi flussi dell’informazione.
La richiesta che è venuta è quella di essere capaci di intrecciare tutto questo in maniera feconda con il territorio, con lo spazio di vita delle comunità, con i luoghi sociali in cui fermentano le opinioni e si formano le lenti con cui ognuno di noi guarda al mondo e ai suoi problemi. Andare dritti all’obiettivo: muoversi con la velocità che ci impone l’era della rete, comunicare e non ‘esser comunicati’, saper organizzare una visione più generale valorizzando la particolarità delle singole esperienze.
Un cambio di prospettiva che, se non si vuol produrre dentro logiche verticistiche e dirigistiche che mortificano la convivenza collettiva, può realizzarsi soltanto aprendo canali per protagonismi di natura diversa da quelli a cui la politica nell’era della sua crisi ci ha abituati. Un partito che diventa capace di produrre ricambio tra generazioni, mescolanza tra diversi, percorsi di formazione incentrati sul valore delle ‘esperienze’ della politica e dei suoi saperi per essere un partito che contribuisce alla costruzione della società che vogliamo nel nostro futuro.
L’organizzazione è scienza della composizione di classe. Dicevano i moderni nel ‘900. E noi che non rottamiamo né persone né pensieri continuiamo a prenderli sul serio. Almeno su questo.
L’organizzazione come strumento e non come fine. Intesa come legame cangiante che tiene insieme persone che condividono visioni, narrazioni, obiettivi concreti e passioni. Cose raggiungibili solo se fatte insieme. Che hanno senso solo se pensate insieme. Una organizzazione flessibile, capace di cambiare con il contesto. E che si interroga sulla mutazione del fattore umano al tempo della sussunzione della mentalità, degli stati d’animo, degli stili di vita e delle paure soggette al dominio dei flussi di comunicazione e marketing che formano l’opinione pubblica diffusa. Un vortice velocissimo repentino dove si gioca la partita dell’egemonia sul controllo delle parole e del consenso politico.
Dunque nulla di statico, nulla per sempre, ma la ostinata volontà, contraddittoria e appassionata, di tenere insieme, curare e voler bene a una comunità fino al punto di prefigurare il suo superamento.
Perché la partita per la sinistra nuova, innovativa, irriverente, radicale e socialmente responsabile è appena cominciata.
La commissione nominata dall’Assemblea nazionale di SEL ha lavorato su tutto questo fino alla redazione di una proposta organizzativa cui hanno contribuito con grande sinergia i coordinatori e le coordinatrici regionali e delle grandi città.
La Commissione nazionale di Garanzia produrrà le necessarie proposte di modifiche statutarie necessarie alla loro realizzazione.
Oltre Sel per aprire i luoghi delle decisioni alla partecipazione e alla società.
Si tratta di dare vita ad una forma nuova, di elaborare per gradi un modello peculiare di organizzazione politica capace di superare i limiti che le strutture novecentesche hanno dimostrato (e su cui la sinistra ha lungamente dibattuto in questi ultimi 20 anni), ma anche quelli che si vanno via via evidenziando in soggettività politiche recentemente affacciatesi sulla scena pubblica. Le primarie nonostante limiti e parzialità costituiscono un’approssimazione di democrazia di cui non possiamo privarci.
Abbiamo il compito di non privarcene quale strumento ma vanno organizzate non solo per la scelta di leadership ma anche sulle principali questioni programmatiche che intendiamo proporre dando così efficacia a processi veri di democrazia deliberativa.
Anche il percorso della democrazia digitale deve essere da noi considerato come opportunità, indagato nella sua attuazione garantendone la totale trasparenza.
Cioè l’esatto contrario di quanto fa il M5S che propone un processo di cui nessuno garantisce la regolarità, ma che soprattutto è esercitato in pochissime occasioni offerte e determinate dal “capo politico”, con la preclusione a tutti coloro che non siano iscritti al M5S, e con l’impossibilità che la partecipazione influisca sulle molte scelte parlamentari importanti del movimento.
Sinistra Ecologia Libertà può e deve andare oltre questo gioco di specchi, prendendo un sentiero semplice e lineare e di grande forza politica. Un percorso di cessione di sovranità che non si misuri soltanto con la dinamica dell’allargamento del consenso dentro contesti di movimenti e soggettività organizzati esterni al partito, ma che metta a fuoco la necessità di riconsegnare all’intero popolo della sinistra il suo destino, i suoi saperi incarnati, il potere di decidere quando la politica decide della sua vita.
Questa è la nostra idea costruzione di un nuovo orizzonte di sinistra aldilà di appartenenze, steccati e pregiudizi. Pensiamo che proprio praticando tale apertura a 360° riusciremo a realizzarlo
Per andare in questa direzione avanziamo le seguenti proposte:
• costituzione di un albo digitale della sinistra. Un albo al quale l’iscrizione di singoli possa essere libera, trasparente, certificata. Un albo consultabile in tempi brevissimi, attivabile sia attraverso le nuove tecnologie sia attraverso modalità più tradizionali che facciano perno sul territorio locale attraverso i circoli di SEL e le singole personalità del territorio che vi aderiranno.
• allo stesso, modo anche se separatamente, procedere con la costituzione di un albo dedicato alle associazioni o soggetti collettivi con i quali SEL possa procedere all’attivazione di iniziativa comune e all’elaborazione intellettuale e politica condivisa.
• l’apertura della nostra struttura organizzata ad esterni rappresentativi negli organismi dirigenti, liberamente decisa dai singoli territori (fissando in ogni caso la quota massima del 20% del numero di componenti di SEL dell’organismo stesso).
• l’istituzione della consultazione popolare dell’Albo digitale della sinistra sia per quanto riguarda le scelte strategiche di linea, di collocazione e di alleanza politica, che per l’orientamento su temi e questioni di interesse generale. Una modalità di verifica del mandato dei cittadini su temi specifici ma di portata più generale (le alleanze, riforme importanti della Costituzione, del mercato del lavoro, dei diritti civili, di sanità, istruzione e welfare), escludendo quei temi che riteniamo fondativi della sinistra (non si voterebbe ad esempio sugli interventi militari, su tutto ciò che potrebbe ledere i diritti di una minoranza, su tutto ciò che violerebbe i dettami costituzionali), una verifica a cui adeguare dopo le consultazioni le scelte di Sel, della sinistra diffusa che intendiamo realizzare, e delle sue rappresentanze istituzionali. Istituire le consultazioni aperte è, dunque, un elemento non più rinviabile. Fare innovazione diventa così far diventare una pratica quotidiana la messa a verifica delle scelte strategiche e avere un orientamento diffuso sui grandi temi di interesse generale. Gli iscritti all’albo della sinistra devono poter contribuire alla costruzione del processo decisionale e della linea politica, in modo da ricostruire un nesso e una circolarità, messa in discussione dalla crisi della politica, tra rappresentanza e cittadini. Costruire gli strumenti di coordinamento e di confronto pubblico e diretto su temi, proposte e iniziative, come ad esempio la possibilità di consultazioni veloci, trasparenti ed efficaci nel determinare il comportamento conseguente in parlamento, nelle città e per le strade, diventa oggi una delle strade maestre da percorrere per riconnettere la sinistra.
• tutte le consultazioni devono prevedere una doppia modalità: digitale e territoriale.
Rendere più agile la vita interna a SEL e dare una mission politico-sociale ai circoli territoriali per rivitalizzarli.
Tempi di vita e tempi della politica non riescono più parlarsi: la complessità della vita contemporanea stritola il tempo liberato, che tradizionalmente poteva essere dedicato all’impegno sociale e politico. Il tempo della democrazia sembra essere diventato un lusso che pochi possono permettersi, e che in molti preferiscono sostituire con una partecipazione virtuale ed episodica. Diminuire i livelli di articolazione del partito può essere utile a non creare percorsi ridondanti sia dal punto di vista del dibattito sia da quello dei gruppi dirigenti, a non dare vita a luoghi abitabili soltanto da burocrazie poggiate sulla durata della propria esperienza, a produrre un numero minore di riunioni concentrate troppo spesso al nostro interno, ma a più efficacemente orientarsi all’agire politico.
Dotarsi obbligatoriamente di strumenti che rendano diffusa la gestione delle informazioni, che facilitino la partecipazione, che rendano chiaramente individuabili gli obiettivi e gli sviluppi concreti di ogni incontro. Individuare ruoli e incarichi ‘fissi’ all’interno del partito soltanto quando questo è realmente utile e giustificato: prediligere invece una modalità di lavoro maggiormente dinamica e flessibile, dando incarichi temporanei su obiettivi dichiarati e condivisi, con tempistiche chiare e verifiche periodiche. Lavorare per campagne, evitando la tentazione di essere sempre un partito ‘generico e generalista’, ma focalizzando le questioni che descrivono il nostro profilo politico e concentrando su quelle la maggior parte degli sforzi comunicativi, creativi, organizzativi.
Costruire percorsi di valorizzazione per modalità diverse di impegno nella vita di partito: prevedere ad esempio la possibilità che alcuni possano impegnarsi in specifici progetti e incarichi sviluppabili anche solo lavorando attraverso la rete e le nuove tecnologie. Insomma l’idea è quella di partire dal protagonismo delle persone, prima ancora che delle forme organizzative, dare centralità ai singoli e alla loro capacità di impegnarsi.
Per questo Sel deve diventare un partito capace di dare grande valore e importanza alla vita dei circoli che sono capaci anche di trasformarsi in luoghi di mutualismo come risposta associata e concreta alla crisi. Un partito capace anche di dotare i propri circoli di strumenti, di format di lavoro, di piattaforme nazionali su cui animare vertenze territoriali, di modalità di comunicazioni peculiari e adattate alla realtà in cui si opera. Ma appunto anche mutuo aiuto, banchi alimentari, doposcuola popolari, ecc.
In questo senso dobbiamo saper investire le nostre migliori risorse nella tessitura della rete politica e sociale della sinistra: per farlo sarà necessario dare maggiore potere reale a coloro che coordinano i circoli, riformando altri livelli, costruendo percorsi coerenti di valorizzazione politica di coloro che producono risultati in termini di radicamento e qualità dell’iniziativa.
Per questo proponiamo una riforma della struttura della nostra organizzazione che definisca in maniera più stringente la mission e la centralità dei circoli territoriali.
Individuiamo qui le linee guida di tale riforma:
• Le Federazioni sono il riferimento territoriale di dimensione provinciale. La Federazione sarà composta dalla presenza di minimo 100 iscritte/i con un’organizzazione che si articoli in almeno 3 circoli.
• Le Federazioni con meno di 100 iscritti o senza la presenza di almeno 3 circoli sul territorio sono denominate Coordinamenti territoriali e svolgono un unico congresso cui partecipano tutti gli iscritti, che elegge il coordinatore e il tesoriere. L’organismo politico del Coordinamento territoriale è composto dall’assemblea di tutti gli iscritti.
• Le Federazioni svolgono il proprio congresso con i delegati eletti dai singoli congressi di circolo. I congressi dei circoli si svolgono sulla base del tesseramento medio degli ultimi tre anni. Non saranno ammessi al percorso congressuale circoli costituiti nei sei mesi precedenti al congresso.
• I circoli si costituiscono con un numero minimo di 20 iscritti ed elaborano un piano annuale delle attività da realizzare che presenta alla Federazione di competenza . Uno degli obiettivi principali dei circoli è quello di diventare un luogo sociale, di riferimento per la città, dove si realizzano pratiche di mutualismo e cittadinanza attiva utili e socializzanti per i cittadini. I circoli devono diventare dei luoghi vivi, utili e accoglienti, sviluppando speciali progetti di volontariato, impegno culturale, economia cooperativa e favorendo un confronto continuo con le realtà sociali e istituzionali del territorio, a partire dalla costruzione di luoghi per l’elaborazione e lo scambio di buone prassi tra gli istituzionali che rappresentano Sel nelle città. Per questo pensiamo che un circolo per essere tale deve realizzare un numero minimo di attività (incontri, iniziative, luoghi di mutualismo, consultazioni, ecc.) e deve diventare il terminale delle scelte sulle grandi questioni (consultazioni nazionali e sperimentazioni di democrazia integrale). I coordinamenti regionali, di concerto con le Federazioni, valuteranno quei progetti e sperimentazioni che, se ritenuti coerenti con questo nuovo approccio possano ottenere riconoscimento e ulteriori supporti anche dal livello nazionale.
• I circoli delle Federazioni in questa visione più autonoma e centrale, svolgono perciò i loro congressi ed eleggono, oltre ai propri organismi interni (coordinatore/coordinatrice, tesoriere e, per i circoli con più di 50 iscritti, un coordinamento), i membri dell’assemblea provinciale per la quota fissata dal regolamento congressuale e i delegati al congresso di Federazione.