Versalis, i lavoratori Eni scioperano contro la vendita degli impianti
Malgrado Eni abbia fatto sapere al Governo che non intende tornare indietro e che la strada della vendita di Versalis è senza ritorno, i lavoratori non si arrendono. E ancora una volta si sono fermati oggi per lo sciopero di otto ore indetto dai sindacati, che ha coinvolto tutto il personale del gruppo Eni e della controllata Saipem. Il timore è che l’ultimo grande gruppo italiano della chimica finisca in mani straniere, con tutte le incognite del caso.
La mobilitazione si è svolta a Ravenna, ma anche negli impianti produttivi di Brindisi, Marghera, Gela, Priolo, Mantova, Ferrara, Ragusa e Porto Torres. I sindacati lamentano, rispetto al piano al 2018 condiviso da Eni con le organizzazioni sindacali, come manchino ancora 1,2 miliardi di investimenti degli 1,6 previsti e chiedono che si mantenga la chimica in Italia.
Per i sindacati sono più di 40 mila i lavoratori coinvolti nell’operazione della dismissione della chimica. Gli stabilimenti coinvolti sono: Versalis a Porto Marghera, Ferrara, Mantova, Ravenna, Brindisi, Priolo, Ragusa, Porto Torres e Centro ricerche che conta oltre 6 mila lavoratori tra diretti e indiretti.
Secondo i sindacati l’Italia, senza Versalis sotto il controllo di Eni, “non sarà in grado di adeguare il proprio processo produttivo verso una chimica verde e innovativa – si legge in una nota – non è credibile una cessione del 70% della proprietà perché altre operazioni di questo genere nel passato hanno dimostrato che le decisioni strategiche le prende chi governa l’impresa e non altri e per lo stesso motivo non sono di nessuna garanzia gli affidamenti chiesti oggi da Eni”.