Sblocca Italia da bocciare
Le semplificazioni edilizie ricalcano gli interventi, falliti, dei governi Berlusconi: semplificazioni, deroghe, dimezzamento dei tempi per le autorizzazioni, minori controlli.
Deroghe e “semplificazioni” riguardano il Codice appalti, le procedure per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e per contrastare il dissesto idrogeologico, gli appalti pubblici, opere la bonifica dei siti inquinati. Procedure speciali e centralizzazione nelle mani del governo anche per quanto riguarda termovalorizzatori, rigassificatori, trasformazione degli immobile demaniali dismessi. L’impatto negativo è doppio: sull’ambiente e sui controlli anti-corruzione che diventano molto più difficili.
Vengono rilanciate le grandi opere e incentivata la dismissione del patrimonio pubblico. Su questo fronte il governo ha centralizzato tutto, di fatto togliendo ogni potere alle Regioni.
Particolarmente grave il fronte delle convenzioni per il prolugamento delle concessioni autostradali: di due convenzioni ne è stata presentata solo una e anche quella con omissis su un punto fondamentale: la durata della concessione.
Le norme sul dissesto idrogeologico coprono il tentativo di aggirare il referendum privatizzando l’acqua pubblica. Viene infatti imposto un unico gestore in ogni ambito territoriale, individuato ovunque nelle grandi aziende multiutilities. Una volta operati i tagli alle Regioni, queste ultime saranno probabilmente costrette a vendere quote sul mercato azionario.
Le trivellazioni comportano non solo uno scempio del mare e delle coste, ma anche un danno economico evidente sia sul fronte del turismo che su quello della pesca.