A Dicembre SEL aprirà i lavori per una carta costituente della Sinistra Calabrese
E’ nato il gruppo parlamentare unico della “Sinistra Italiana”. Un tentativo vero ed ambizioso di riscrittura del presente con una forte proiezione nel futuro del nostro Paese. Intanto va immediatamente sgombrato il campo da un elemento di disturbo: non si tratta di una “fusione più o meno fredda” bensì segue ,come atto concreto, una discussione che da mesi sta attraversando il Paese. Coinvolgendo “esponenti e rappresentanti politici delle varie esperienze della sinistra nel nostro Paese, rappresentanti del mondo dell’associazionismo giovanile, culturale e sociale, rappresentanti delle forze sindacali, intellettuali ed esponenti del mondo della cultura italiana” come correttamente sostiene Arturo Scotto capogruppo di Sel alla camera dei deputati. Questo importante appuntamento, rappresenta una tappa intermedia di un viaggio appena agli inizi. Su questa strada, da oggi ben tracciata, c’è ancora tanto cammino da fare, continuando la ricerca e moltiplicando sul territorio l’azione di condivisione al progetto.
In questo senso, il processo di riaggregazione popolare che definirà gli orizzonti della , nostra proposta politica si snoderà con una seri di appuntamenti condivisi e da condividere, ad iniziare da gennaio del 2016, dove si prevede un appuntamento nazionale aperto e plurale, per elaborare insieme i “fondamentali” della nuova Sinistra Italiana, con che attraverseranno l’intero prossimo per giungere a dopo l’estate fino alla costituzione del nuovo soggetto politico.
In mezzo ci saranno le elezioni amministrative della prossima primavera, dove si dovranno/potranno sperimentare esperienze locali ispirate al buon governo della cosa pubblica. In Calabria nel prossimo mese di Dicembre si tenterà un primo approccio seminariale sulle maggiori problematiche della nostra Terra, con lo sguardo rivolto ai processi costituenti in corso su scala nazionale. Oltre ai tavoli tematici si tenterà l’esperimento di coinvolgere attraverso la rete anche i tantissimi calabresi che vivono fuori dalla Calabria. Per scrivere assieme una carta costituente della sinistra calabrese. Per quanto mi riguarda, ritengo importanti alcuni presupposti di fondo che si snodano, in primis, dall’ abbandono dell’idea di “cartelli elettorali” finalizzati alla contingenza e pongano viceversa le basi di un percorso ben più lungo, articolato e soprattutto “partecipato”.
L’auspicio e che si profili una proiezione di “unità popolare” (per usare le parole di Pablo Iglesias) anziché l’unione di sigle partitiche. Anzi per essere chiari sino in fondo-continuando con le parole di Iglesias – “di unire la sinistra non me ne frega niente/vogliamo l’unità popolare”. Forzatura provocatoria che implica la “rifondazione” di un modo di agire e di praticare buona politica che dovrà connettersi con le esigenze del “paese reale” a partire dai movimenti che stanno opponendosi alle politiche liberiste del governo Renzi. Che trovi ispirazione nelle resistenze alla controriforma che ha distrutto il diritto del lavoro, alla scuola censitaria e regressiva, ai movimenti No-Triv, ecc. In un certo senso un “attraversamento” del Paese, sul modello della “coalizione sociale” proposta dalla Fiom, modello di pratiche verso le quali, per quanto mi riguarda, provo una particolare suggestione.
Di fronte ci ritroviamo quadro di forte desertificazione sociale, economica ed istituzionale frutto di una lunga restaurazione dei rapporti sociali che ha radici antiche nel tempo, giunto all’instaurazione odierna di un modello “postdemocratico” contro il quale risulta necessario il rovesciamento del presupposto piramidale sul quale sorregge. Condivido integralmente la riflessione di Bifo sulle “due destre (che)si affrontano in Italia come nel resto del continente.
La destra che al momento in Italia è al governo, obbedisce ai diktat della finanza globale, riduce il salario e impoverisce in modo sistematico la società, la scuola, il sistema sanitario, i trasporti. E la destra che attribuisce agli stranieri la colpa della povertà che si diffonde e specula sull’impoverimento, e la paura”. Non a caso dopo aver condotto a termine la fase di restaurazione padronale più violenta dal secondo dopoguerra, si pone all’ordine del giorno la riedizione in senso peggiorativo del Porcellum. Gli antidoti necessari alla controriforma elettorale prospettata ,che di fatto espunge dai luoghi decisionali le rappresentanze dei ceti popolari e non solo, demandando, in piena restaurazione autoritaria, a pochi “uomini soli” al comando le prerogative di governo della cosa pubblica in nome e per conto di poche élites oligarchiche nazionali ed europee. La sinistra che verrà potrà avere senso e ragione di esistere laddove in luogo della restrizione verticale della partecipazione che basa la propria ragion d’essere sulla passività delle persone, si deve esaltare l’orizzontalità decisionale della società civile. In questa direzione siamo tutti chiamati a fare la nostra parte.
*Assemblea Nazionale SEL
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Francesco