Oggi nell’ Aula di Montecitorio il governo ha risposto alla nostra interpellanza urgente sulla richiesta di radiare dall’ordine i due medici che si resero responsabili di gravi illeciti nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova, come chiede una petizione firmata da 117 medici genovesi. Una risposta che pur documentando la gravità dei comportamenti di allora non soddisfa appieno il bisogno di verità e giustizia.

La risposta del sottosegretario alla Salute De Filippo ha riconosciuto la gravità dei fatti ma allo stesso tempo è evidente l’inefficacia dell’azione del governo, perché è vero che la responsabilità di provvedimenti disciplinari è di competenza dell’Ordine dei medici ma se questo non agisce in modo adeguato, il Ministero dovrebbe intervenire e richiamarlo, almeno, ad una maggiore efficacia.
Un brivido mi è corso lungo la schiena quando ho sentito il sottosegretario elencare gli addebiti penali dei due medici, e invece succede che ci troviamo nella situazione in cui un medico come la Zaccardi, con un’indagine in corso, continui ad operare in un luogo sensibile come l’infermeria di un carcere. Non è accettabile che di fronte a sentenze e fatti conclamati di questa gravità il governo non abbia gli strumenti per intervenire.

Ecco perchè occorre al più presto introdurre il reato di tortura nel nostro codice penale, perchè oggi parliamo delle violenze del G8 di Genova, ma non possiamo dimenticare altri casi come quello di Stefano Cucchi che da anni aspettano giustizia. Un provvedimento, quello sul reato di tortura, di cui si è persa ogni traccia dopo le frettolose dichiarazioni di Renzi rilasciate il giorno dopo che la Corte dei diritti dell’uomo aveva condannato l’Italia per i fatti della Diaz, nel 2015. Stessa sorte sembra avere la richiesta, dei deputati di Sinistra Italiana di istituire una commissione parlamentare di inchiesta sul G8 di Genova.
Eppure a quindici anni da quelle tragiche giornate, sarebbe necessario accertare la verità politica dopo quella giudiziaria, per ridare dignità fino in fondo al nostro Paese e lenire le ferite ancora aperte di tanti uomini e donne.

In allegato interpellanza e resoconto stenografico della discussione in Aula