A Palazzo Chigi è nata una struttura “parallela” che dirigerà campagna referendaria? Interrogazione di SI: chi la paga? Il Pd o il governo con i fondi pubblici?
Alcuni articoli di stampa hanno parlato nelle ultime settimane della costituzione di una struttura parallela apparentemente operante presso le strutture della Presidenza del Consiglio dei Ministri con l’obiettivo di dirigere e orchestrare la propaganda politica elettorale in vista del referendum costituzionale, al di fuori, dunque, di ogni logica istituzionale.
E su questo Sinistra Italiana vuole vederci chiaro, tanto da presentare a Montecitorio un’interrogazione a Renzi sottoscritta da tutti i deputati a partire dal capogruppo Arturo Scotto, da Nicola Fratoianni, Stefano Quaranta e da Alfredo D’Attorre,
“I media – si legge nell’interrogazione – l’hanno denominata “La Bestia” e risulterebbe costituita da tre teste: una politica, costituita da un gruppo ristretto e vicino al Presidente del Consiglio dei ministri, che studia la demoscopia, determina la strategia comunicativa e, infine, scrive discorsi e organizza la raccolta fondi. La seconda testa, quella digitale, che dovrebbe corrispondere ad una sorta di war room con una trentina di addetti aventi il compito di operare sui social media e su internet in modo tale da orientare il voto referendario. Infine, la terza testa, per quanto risulta agli interroganti, risulterebbe composta da circa venti persone, una per ogni regione italiana, per governare i volontari dei Comitati per il si al referendum;
La guida di questa struttura sarebbe stata affidata a consulenti che sarebbero attivi presso la Presidenza del Consiglio dei ministri come Jim Messina, consulente americano.
Ai deputati di Sinistra Italiana non appare chiaro il modo con cui questa struttura venga pagata, se con risorse private o risorse a carico del Stato.
Inoltre – fa notare il capogruppo Scotto – non appaiono chiari i motivi per i quali questa struttura di comunicazione invece di essere collocata nelle sedi del Partito democratico possa essere invece operante presso gli uffici della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Renzi e la ministra Boschi possono davvero assicurare ufficialmente – se lo chiede D’Attorre – che tale struttura, ove effettivamente costituita, non sia incardinata presso la Presidenza del Consiglio o presso una qualunque altra struttura pubblica, né che si avvalga in qualunque modo di risorse pubbliche?”