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Giovedì, 17 marzo 2016

Acqua, il Forum dei movimenti: quel referendum era per l’acqua pubblica e il Pd lo sta calpestando

acqua

«È evidente che questo governo ha deciso di chiudere con l’anomalia refendaria dei beni comuni. E lo sta facendo con il doppio attacco alla proposta di legge sull’acqua pubblica e con il testo unico sui servizi pubblici locali della Madia. Noi non possiamo farlo letteralmente quindi lo facciamo simbolicamente: ritiriamo le oltre 400mila firme dei cittadini da questa proposta di legge. Questo non è il testo dei cittadini ma di chi lo voterà». A dirlo è stato Marco Bersani, esponente del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, nel corso di una conferenza stampa alla Camera sulla pdl per l’acqua pubblica varata ieri dalla commissione Ambiente e attesa in aula martedì 29 marzo.

La pdl nasce, nel 2007, come proposta di legge popolare, poi modificata e fatta propria in questa legislatura dall’intergruppo parlamentare per l’acqua pubblica. Bersani, riferendosi poi ai deputati Pd, ha aggiunto: «Con questo voto si assumono le proprie responsabilità pubbliche. Chi fa la guerra all’acqua non verrà lasciato in pace. Pubblicheremo il comportamento di ciascun parlamentare». L’esponente del Forum italiano dei movimenti per l’acqua ha spiegato infine che «il Parlamento verrà reinvestito di una legge per la ripubblicizzazione dell’acqua, il movimento ne discuterà nei prossimi giorni, e ripresenteremo la legge fino a che non verrà discussa con dignità e consapevolezza».

Per Paolo Carsetti, anche lui del Forum «Chi dice che il referendum non riguardava la gestione dell’acqua dice una bugia enorme come una casa, perché il combinato disposto dei due quesiti referendari portava a dire che in Italia si doveva tornare a una gestione pubblica. Questo è stato lampante, esplicito e chiaro, del resto anche la campagna referendaria venne indirizzata verso quell’obiettivo».  Carsetti ha ripercorso la nascita della legge, dal 2007 con la raccolta delle firme alla adozione dell’intergruppo parlamentare per l’acqua pubblica ad inizio legislatura, «fino alla discussione del testo quando, come un fulmine a ciel sereno, abbiamo visto presentare dagli stessi deputati Pd che avevano sposato la proposta di legge emendamenti che puntavano a stravolgerne il senso e i principi essenziali».