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Lunedì, 24 marzo 2014

Affitti in nero, che non siano studenti, pensionati e intere famiglie a pagare gli errori dello Stato

È con una sentenza datata 10 marzo 2014 che la Corte Costituzionale dichiara illegittimi, quindi cancella, due dei commi contenuti nel decreto sul federalismo fiscale del 2011 con i quali si stabiliva la possibilità, per gli inquilini, di ricevere forti sconti sul canone d’affitto nel caso in cui avessero denunciato e registrato il proprio contratto in nero.

Bisognerà aspettare fino al 15 aprile per avere dati certi e, di conseguenza, per elaborare misure idonee”: così ha risposto uno dei governi più futuristi della storia repubblicana. Futurista, ma solo a parole.

La domanda era chiara e non prevedeva certo una risposta tanto evasiva. Non all’indomani della presentazione del famoso Piano Casa del Ministro Lupi. Non quando lo Stato riconosce che un problema c’è, è serio, investe migliaia di persone e si chiama “emergenza abitativa”.

Era una spirale kafkiana spezzata, al posto della quale si instaurava un circolo virtuoso: le norme contenute nel decreto del 2011 avevano inaugurato la stagione della cedolare secca e del canone ridotto per gli affittuari il cui contratto non fosse stato registrato entro i termini di legge, il cui canone indicato fosse stato inferiore a quello effettivamente versato o fosse stato registrato un contratto di comodato fittizio.

Addio sommerso! Se nel 2011 il numero degli affitti in nero era calcolato intorno alle 500 mila unità, le ultime rilevazioni dell’Osservatorio sul mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate parlano di un 2012 che ha visto aumentare di 100 mila unità il numero dei contratti di locazione registrati rispetto all’anno precedente.

Dati senza dubbio positivi in un’ottica di lotta all’evasione. Per questo, la decisione della Consulta colpisce come un fulmine a ciel sereno.

Basterebbe leggere la storia di Roberto, che Laura Eduati racconta sull’HuffPost, per capire quello che succederà adesso, nel caso in cui questo Governo della velocità dovesse rimanere a secco di carburante: gli inquilini saranno condannati a regolare il canone di locazione così come pattuito inizialmente con il proprietario, moltiplicato per tutti i mesi in cui hanno usufruito della riduzione. E non solo: non avendo saldato le rate dell’affitto, verranno considerati morosi, quindi sfrattabili, andando a rimpolpare le file già numerose di tutti coloro che, per morosità incolpevole, vedono pendere sulla propria testa una sentenza di sfratto.

Da mesi chiedo lumi sulle politiche abitative, auspico una moratoria degli sfratti e misure serie per il contenimento di un’emergenza che non riguarda più soltanto le fasce più povere della popolazione ma che coinvolge in misura sempre maggiore quel ceto medio che in tanti hanno sempre dichiarato di voler tutelare. Oggi torno a chiedere con forza che vengano prese misure oltremodo urgenti, per far sì che centinaia di migliaia di cittadini – studenti, pensionati, intere famiglie – non debbano pagare gli sbagli commessi da uno Stato del quale si erano fidati.

 

Commenti

  • Simonetta Simonetti

    E I PROPRIETARI…. ma possibile che le case siano nostre..noi ci abbiamo rimesso un sacco di sodi e nessuno ne parla!!!!!!

  • Simonetta Simonetti

    MACCHE’ moratoria degli sfratto se non fosse per il decreto molti dei contratti sarbbero gia’ finiti…
    molte case libere…morosita’ incolpevole …iretroattivita’ solo per la sentenza contro il decreto…ma non per gli inquilini che hanno approfittato di questo…per sfrattare per fine locazione ci vogliono da 6 a 8 mesi…per morosita’ non se ne parla…..ma avete preso i proprietari per la croce rossa….o un ente assistenziale…chi deve pagare paghi..gli uni e gli altri…l’esatto DOVUTO!