Alla ripresa dei lavori il Parlamento discuta di politica industriale
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La decisione di Alcoa di chiudere definitivamente lo stabilimento di Portovesme rappresenta l’ennesimo fallimento del governo nazionale in tema di politica industriale. È un colpo drammatico non solo per la Sardegna ma per tutto il manifatturiero e l’industria italiana.
Speriamo che questa doccia fredda di Alcoa non pregiudichi le trattative con Glencore per la cessione e che dopo due anni finalmente si possa giungere ad una soluzione positiva per i circa mille lavoratori coinvolti tra diretto e indotto.
Il nostro Paese non è più in grado di difendere le produzioni in Italia, di mantenere la presenza delle più grandi multinazionali nel proprio territorio e di garantire quindi lavoro e occupazione. Fiat, Alcoa, Thyssenkrupp, sono solo tre dei numerosi esempi di multinazionali che hanno abbandonato o stanno per lasciare il nostro Paese. Il Presidente del Consiglio deve comprendere che l’arretramento industriale in Italia è ormai inesorabile ed è necessario che tutto il governo e il Parlamento siano impegnati nella gestione delle grandi vertenze industriali presenti oggi nel Paese e nell’elaborazione di una nuova politica industriale che parli di un nuovo modello di sviluppo, di un piano nazionale per il lavoro e di interventi specifici per il mezzogiorno che, come ci ha ricordato da poco lo Svimez, vive una stagione di desertificazione industriale e umana senza precedenti. Alla ripresa dei lavori, Sinistra Ecologia Libertà chiederà che su questi temi vengano dedicate delle sessioni specifiche dei lavori parlamentari.
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RINALDO