Amministrative, Fratoianni: dal voto giudizio durissimo su politiche governo e sul Pd
«Dall’esito dei ballottaggi arriva un giudizio secco, severissimo, durissimo sulle politiche e sulle scelte del governo Renzi e del Pd di Renzi. Un avviso molto chiaro: le loro politiche, al di la’ delle mosse propagandistiche, non rispondono ai problemi reali del Paese». Lo afferma Sinistra Italiana con Nicola Fratoianni, dell’esecutivo nazionale, parlando con i giornalisti a Montecitorio.
«A sinistra – prosegue Fratoianni – per chi mette in campo politiche e proposte che rimettono al centro l’interesse collettivo, arrivano risposte ben precise: lo dice ad esempio la vittoria di De Magistris a Napoli, lo dice ad esempio l’esito molto positivo a Sesto Fiorentino con l’elezione a sindaco di Falchi di Sinistra Italiana che superain modo netto il Pd».
«Il dato complessivo di queste elezioni amministrative – insiste l’esponente della sinistra – è che viene avanti una grande richiesta di cambiamento, di discontinuità. Il governo continua a fare scelte sbagliate, continua a farlo sul piano delle politiche economiche e sociali, cioe’ di quelle scelte che parlano agli italiani in carne ed ossa. E continua a fare scelte sbagliate anche sul piano della democrazia, con la campagna propagandistica per il referendum tutta incentrata sul premier .
Quel referendum di ottobre invece parla della democrazia del Paese, cioe’ dei diritti di tutti e di tutte».
«Se vincerà il si, se passa lo stravolgimento della Costituzione, l’Italia sarà meno libera, avremo meno possibilità di decidere sul nostro futuro. Le scelte di Sinistra Italiana ai ballottaggi hanno confermato – conclude Fratoianni – una scelta di coerenza: non abbiamo sostenuto chi ha fatto scelte politiche sbagliate, sopratutto nelle citta’ ,come si e’ visto a Roma con un risultato clamoroso, 30 punti di distacco sono un giudizio pesantissimo non solo sulle politiche nazionali ma anche e sopratutto su chi ha cacciato il sindaco Marino in quel modo e su chi non ha permesso a quell’esperienza di cambiare la Capitale fino in fondo».