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Mercoledì, 9 luglio 2014

Ancora raid su Gaza, decine di vittime. Israele: l’operazione sarà estesa. Alla Camera Sel incontra l’ambasciatrice della Palestina

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L’operazione contro Hamas verrà estesa nei prossimi giorni e un’operazione di terra a Gaza «è possibile». Lo ha annunciato Mark Regev, portavoce del premier israeliano Benjamin Netanyahu, spiegando che «siamo pronti per ogni evenienza» e «all’esercito è stato detto di tenersi pronto, se questo è ciò che la politica deciderà». Per Regev, «negli ultimi anni Hamas ha costruito a Gaza una macchina militare terroristica formidabile e noi stiamo agendo per smantellare quella macchina. L’obiettivo strategico è in ultima analisi difensivo: mettere fine al lancio di razzi sulle nostre città».

«Continueremo a colpire Hamas ed altri gruppi terroristici nella Striscia di Gaza – ha aggiunto il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon – con duri colpi dall’alto, dal mare e da terra così da garantire la sicurezza dei cittadini israeliani. La campagna contro Hamas si estenderà nei prossimi giorni ed il prezzo che dovrà pagare l’organizzazione sarà molto caro».

Nella notte l’esercito israeliano ha sferrato nuovi raid e nel secondo giorno dell’offensiva sono stati attaccati 160 obiettivi, mentre dall’inizio dell’operazione le Forze aeree e la Marina israeliane hanno attaccato 435 obiettivi. Secondo fonti militari di Israele sono 225 i razzi dalla Striscia dall’inizio dell’operazione ‘Margine protettivo’ partita lunedì notte, una quarantina dei quali è stata intercettata dal sistema di difesa Iron Dome.

Alla riunione straordinaria dell’Olp a Ramallah, il leader palestinese Abu Mazen ha detto: «Dobbiamo fermare questo massacro: è un genocidio». In precedenza, in un discorso tv ai palestinesi aveva dichiarato di aver sentito le «fazioni e i leader di Hamas a Gaza. Tutti hanno riferito di essere per la continuazione della tregua e contro l’escalation». Abu Mazen avrebbe inoltre avuto un colloquio telefonico con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sissi, chiedendogli di intervenire nella crisi con Gaza.

Intanto continua a crescere il numero delle vittime. L’ultimo bilancio parla di  43 morti e di centinaia di feriti tra i palestinesi. Lo ha riferito l’agenzia di stampa di Hamas Safa, secondo cui tra le vittime ci sono una donna di 80 anni e cinque bambini di 2,8,10,13 e 15 anni. I feriti sono oltre 260.

«La ministra degli Esteri Federica Mogherini si faccia portavoce in sede Ue per un immediato cessate il fuoco a Gaza e in Cisgiordania e per la riapertura del negoziato di pace oggi drammaticamente interrotto. L’Italia torni ad essere protagonista in Medio Oriente». Lo afferma il capogruppo di Sel Arturo Scotto al termine dell’incontro tra una delegazione di Sel, guidata da Francesco Martone del Dipartimento Esteri, con l’Ambasciatrice Palestinese in Italia Dott.ssa Mai Alkaila.

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Nel corso dell’incontro, prosegue il capogruppo di Sel, è emersa la mancanza di ruolo del nostro paese nella crisi israelo-palestinese, ma soprattutto il silenzio dell’Unione Europea. Israele deve fermare immediatamente l’escalation militare e aprire immediatamente un corridoio umanitario per far arrivare a Gaza e in Cisgiordania sangue, medicinali e cibo. E’ necessario inoltre aprire i varchi per permettere la libera circolazione dei palestinesi oggi sotto assedio.

L’Ambasciatrice Alkaila ci ha anche espresso la sua preoccupazione per gli atti intimidatori dei giorni scorsi davanti alla sede diplomatica palestinese. Credo siano necessaria misure urgenti per garantire la sicurezza e l’incolumità della sede diplomatica palestinese e di chi vi lavora.

Non possiamo arrenderci. E’ necessario, conclude il capogruppo di Sel a Montecitorio Arturo Scotto, riannodare i fili del dialogo tra israeliani e palestinesi per arrivare al più presto all’unica soluzione possibile: due popoli due Stati.