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Mercoledì, 2 aprile 2014

Anp firma convenzioni Onu. Dura reazione di Israele. Sel: la diplomazia resti centrale

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Con una decisione a sorpresa, la leadership palestinese ha firmato oltre una decina di convenzioni internazionali, tra cui quella di Ginevra, il testo fondamentale del diritto internazionale umanitario su guerra e occupazione di territori.
  Dopo che l’annuncio del presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, il segretario di Stato Usa, John Kery, ha cancellato la visita prevista per nella capitale de facto palestinese, Ramallah.

«Chiediamo alle parti moderazione», ha detto Kerry da Bruxelles. «L’importante è tenere il processo (di pace) in movimento e verificare se c’è un modo per andare avanti. Ma tutto ciò spetta ai protagonisti», ha aggiunto. I colloqui di pace israelo-palestinesi sono prossime alla loro programmata scadenza, senza che siano stati registrati sostanziali passi in avanti. E sabato c’è stato un’ulteriore crisi perchè Israele ha deciso di sospendere la promessa liberazione di un ultimo gruppo di prigionieri, chiedendo ai palestinesi l’impegno a continuare i colloqui prima che i detenuti fossero rimessi in liberta’.

Dura reazione da Israele.  «Se ora minacciano (di ricorrere alle istituzioni dell’Onu), devono sapere una cosa semplice: pagheranno un conto salato», ha dichiarato il ministro Landau.

«Nessun rallentamento del processo di pace tra Palestina ed Israele è auspicabile. Soprattutto nel momento in cui l’attenzione della Comunità internazionale è forte ed è necessario produrre uno scatto delle parti nell’ultimo miglio di strada da percorrere. La firma da parte Anp di numerose convenzioni ONU attribuisce alla diplomazia un ruolo centrale, perché è nella logica del diritto internazionale e del riconoscimento della funzione decisiva delle Istituzioni multilaterali per la pace ed il disarmo. Occorre che tutte le parti si muovano in questa direzione, provvedendo, a partire dalla delicatissima vicenda dei prigionieri politici, a dare segnali di disponibilità e di distensione. La cancellazione della visita a Ramallah da parte di John Kerry ci preoccupa in questo senso perché rischia di non aiutare una soluzione rapida del negoziato entro la fine di aprile, come previsto in precedenza. Ci auguriamo che si tratti solo di una pausa tecnica e non della rinuncia ad un obiettivo di rilievo storico in tutto il Medio Oriente». ha commentato il responsabile esteri di Sel Arturo Scotto.

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