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Lunedì, 12 ottobre 2015

Appello dal carcere di Marwan Barghouti: La comunità internazionale affronti le cause della violenza tra palestinesi e israeliani

Barghouti-wall

Dalla sua cella nel carcere di Hadarim, il leader palestinese Marwan Barghouti ha rivolto un appello alla comunità internazionale affinché affronti con convinzione “le cause della violenza tra palestinesi e israeliani: vale a dire la negazione della libertà dei palestinesi”. Nel suo messaggio – scritto al quotidiano britannico The Guardian, il primo intervento su un media internazionale dal 2002, all’apice della seconda Intifada – Barghouti ha anche reso omaggio alla “nuova generazione di palestinesi” che resiste all’occupazione israeliana. “Il vero problema – denuncia Barghouti – è che Israele ha scelto l’occupazione invece della pace e utilizza i negoziati come una cortina di fumo per portare avanti il suo progetto colonialista”.

L’intervento di Barghouti precede di pochi giorni l’incontro del Quartetto (Onu, Ue, Usa e Russia) che dovrà tentare di riprendere le fila del dialogo tra Israele e palestinesi.

“L’escalation delle violenze – scrive Barghouti – non è iniziata con l’uccisione dei due coloni israeliani. E’ iniziata molto tempo prima e va avanti da anni. Ogni giorno ci sono palestinesi uccisi, feriti, arrestati”. “Ogni giorno i coloni avanzano, continua l’assedio di Gaza, prosegue l’oppressione e l’umiliazione (…) come ho già fatto nel 2002 continuo a chiedere che vengano affrontate le cause della nuova spirale di violenza: la negazione della libertà dei palestinesi”.

Commentando l’ultima ondata di proteste, Barghouti ha lodato “la nuova generazione palestinese che non ha atteso istruzioni per rivendicare i propri diritti, il proprio dovere di resistere all’occupazione. Lo fa a mani nude, di fronte a una delle potenze militari più forti al mondo”. Barghouti ha anche messo in guardia Israele per il suo comportamento sulla Spianata delle Moschee che rischia di “trasformare un conflitto politicamente risolvibile in una guerra religiosa senza fine che destabilizzerà ulteriormente una regione che ha già vissuto tumulti senza precedenti”. Cinquantasei anni, Barghouti, una delle più importanti figure della prima e seconda Intifada, è stato arrestato da Israele nel 2002 e condannato per omicidio.

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