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Mercoledì, 17 settembre 2014

Art.18, non è riducendo i diritti che si crea lavoro

Se anche per Renzi la modifica dell’art. 18 è un falso problema non lo è per chi ha l’ossessione di toglierlo o per chi continua a pensare che il problema dell’occupazione si risolva togliendo i diritti a chi lavora. Il tema dell’articolo 18 torna ad essere il tema della riduzione dei diritti, una ricetta che non ha prodotto nessun posto di lavoro in più ma ha prodotto, invece, la riduzione della qualità del lavoro che c’è, dunque una ricetta sbagliata. Volerlo modificare è la riproposizione stanca di una ricetta fallimentare. Il nostro problema oggi invece è costruire nuova occupazione.

Si parla di contratti a tutele crescenti. Bene ma si cominci intanto a cancellare la selva dei contratti oggi presenti, invece il Parlamento ha recentemente approvato il decreto Poletti, che porta a 36 mesi la rinnovabilità del contratto a tempo determinato. Come si vede non c’è una idea, c’è solo molta propaganda e così non si va molto lontano. Il governo si occupi di politiche industriali e di una politica di crescita per il Paese. Questo servirebbe all’Italia e di questo continuiamo a non discutere.

Commenti

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Ieri sera a Ballarò hanno mostrato come sono messi in Spagna. L’imprenditore italiano intervistato, oltre ad essere contento che le tasse sul lavoro dipendente sono più basse, che ci può anche stare, diceva che la libertà di licenziamento non era un vero problema, perché un dipendente buono l’imprenditore ha tutta convenienza tenerselo.
    Già, ma cos’è un dipendente “buono”? Uno che lavora bene, o uno che dice sempre si, non sciopera, non si lamenta e sopporta tutto? Non è che se uno ha la tessera del sindacato e fa sentire la sua voce non è un dipendente “buono” e quindi viene licenziato?
    L’art. 18 è una garanzia importante per i lavoratori e va difeso, io non voglio finire come in Spagna.

  • nino

    il governo ha presentato al job act un emendamento per sopprimere l’art. 18 ai nuovi assunti per i primi 3 anni di lavoro. E’ un altro passo verso la cancellazione dell’art. 18 da parte della cosiddetta sinistra moderna.

  • Enrico Matacena

    Attenzione ! Oltre che dell’ art. 18 si parla di abrogare anche l’ art. 13 dello statuto dei lavoratori, quello che vieta il demansionamento. In pratica si vuole legalizzare il mobbing. Infatti così il lavoratore scomodo verrà messo a svolgere i compiti più dequalificati senza potersi opporre. Bisogna fare cadere il governo renzi al più presto !

  • luca68

    renzi e’ il tirapiedi di certi padroni che fino apoco tempo fa se ne stavano buoni buoni con le loro idee fasciste e schiaviste e che ora vogliono di nuovo sottomettere i lavoratori e creare cosi’ le condizioni sociali di cento anni fa.FERMIAMOLO! !!!!

  • dario

    Bravo luca come facciamo ?

  • max

    ,In tutto questo è incomprensiile il fatto che da Sel non parta una seria opposizione a questo governo. Incomprensibile anche l’accordo de facto con Bonaccini, uomo di Renzi in Emilia, e la conseguente rottura a sinistra.
    Misteri della sinistra…povera sinistra.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    A me sembra che a livello nazionale l’opposizione di Sel ci sia, basta pensare alle migliaie di emendamenti presentati da De Petris sulla riforma del Senato. Ovviamente il risultato finale non può essere stratosferico, Sel ha pur sempre preso il 3,5%. Per quanto riguarda i territori, dipendono molto appunto dalle situazioni locali, non conosco Bonaccini, probabilmente hanno fatto un compromesso per non condannarsi all’irrilevanza. Purtroppo non si può pensare di fare sfracelli da soli quando si ha il 5% dei voti nei sondaggi più ottimisti. Certo, se il compromesso è insopportabile non si deve fare.

  • francesco

    Tutele crescenti? Poche balle! Il job act è un grimaldello che apre le porte alla completa devastazione dei diritti concquistati dai lavoratori in 50 anni di lotta di classe senza quartiere.E stiamo ancora quì a vedere che succede e a suggerire pacatamente cosa servirebbe…