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Venerdì, 5 settembre 2014

Ast di Terni, quando la lotta paga..

terni

Grazie alla lotta e alla determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Ast di Terni, la Thyssenkrupp ha ritirato le procedure di mobilità, una precondizione per poter discutere in tutta serenità sul futuro delle acciaierie. Una buona notizia che però non cancella le nostre preoccupazioni sul futuro dell’azienda di Terni. Il piano industriale presentata elementi di pesante ristrutturazione più che di rilancio dei processi produttivi.
Lo afferma il deputato di Sel della Commissione Attività Produttive on. Ciccio Ferrara che ieri con una delegazione di Sel ha partecipato al presidio sotto al Mise e lunedì scorso ha incontrato i lavoratori a Terni.
Il Governo ha il dovere di mantenere in Italia le produzioni e di porre un argine alla desertificazione industriale in atto nel Paese. Per fare ciò bisogna ragionare immediatamente su un’idea di politica industriale, oggi assente, che individui quali sono i settori strategici  per l’Italia, per ricostruirne le filiere e investire nel loro sviluppo. Per Sel la siderurgia è ancora strategica in Italia e solo ragionando complessivamente sull’intero comparto si potranno affrontare tutte le vertenze oggi aperte, dall’Ilva a Piombino, a Terni. Senza questa visione d’insieme ci sarà poco spazio in Italia, non solo per l’alluminio, ma per gran parte dell’industria manifatturiera.

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