Atene: nel giorno del silenzio elettorale sono i caffè ad essere silenziosi
Chi in Italia soffre una sinistra divisa e frazionata avrebbe dovuto trovarsi nel centro di Atene ieri dove tra i manifesti di Syriza e quelli di Nea Democratia un sottobosco di partiti che supereranno lo sbarramento del 3% a fatica, o nemmeno ci riusciranno, tentavano di convincere un elettorato frettoloso sotto la pioggia invernale, a spostare il loro voto ancora più a sinistra o un po’più al centro.
È un silenzio elettorale strano quello in cui i gazebi dei partiti in piazza sono consentiti e in cui molti ragazzi del KKE, partito comunista greco che non intende allearsi con Tsipras se lunedì sarà al governo, spiegano il loro programma: rinegoziazione unilaterale del debito, fuoriuscita dalla Nato, fuoriuscita dall’Europa. A Tsipras contestano un troppo molle programma keynesiano ma non sono i soli a distinguersi a sinistra: c’è anche il partito del fiume “to potami”, stimato in maniera variabile tra il 2% e il 5% e gli anarchici che ai gazebo preferiscono eloquenti manifesti abusivi di uno Tsipras traditore che stringe la mano a un altrettanto sorridente Samaras.
Non sono solo gli anarchici però a essere sfiduciati…se nel silenzio molto imperfetto di questa giornata (le analisi politiche impazzano anche in tv) i militanti di tutti i partiti apparivano stanchi e infreddoliti dentro ai gazebo, la situazione di povertà reale e di depressione economica generalizzata si percepiva bene anche nel centro cittadino.Le domande in queste ore sono sempre le stesse, anche nella sede elettorale di Syriza di piazza Eleftheria dove i volontari si mostrano gentili con i simpatizzanti stranieri arrivati per queste elezioni decisive: cosa dicono i sondaggi,a che ora si vota domani, dove, se si riuscirà ad avere la maggioranza assoluta. E se il sentore comune é che Tsipras sia a un soffio dal conquistarla, camminando tra le piazze centrali della città viene comunque da chiedersi quando apriranno i negozi di sabato pomeriggio, quando si animeranno le strade di Omonia, i caffè di Syntagma, che forma avrà la tensione di domani e i colori che avrà la festa, se ce ne sarà una. Perché a fare la spola in queste strade a dominare non é che un unico pensiero: che ad Atene, comunque vada, oggi i negozi chiusi,e che non riapriranno, sono moltissimi,come le buche profonde nelle strada i caffè deserti dove aleggia una domanda: ma davvero c’era bisogno di tutto questo, per pensare che un cambiamento fosse ossibile e che una sinistra con un programma di sinistra potesse andare al governo? Ad Atene la mezzanotte è passata e mentre gli indecisi faticano a prendere sonno un’altra Grecia va a dormire con una parola in testa: la speranza per cui non è più tempo di aspettare
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Dario