Auguri a Berlusconi. Gli avversari, si rispettano sempre. Soprattutto quelli dichiarati
Mi auguro che Silvio Berlusconi guarisca e torni perfettamente in forma. Non nascondo tuttavia che mi hanno colpito molto le parole ultimative del suo medico personale, Zangrillo: deve smettere di fare politica. Quella frase così secca e inequivocabile preannuncia la chiusura quasi definitiva di un sipario. Non so se accadrà o meno, ma il ritiro probabile di Silvio Berlusconi dalla scena pubblica non è una notizia qualsiasi. E’ la fine di un’epoca. Il Cavaliere ha cambiato profondamente la politica, bisogna prenderne atto. E’ stato il protagonista di una rivoluzione passiva che ha accompagnato il tramonto della democrazia dei partiti, quelli che avevano scritto la Costituzione e promosso l’uscita del nostro paese da un dopoguerra drammatico e costruito lo stato sociale. Berlusconi è arrivato come un ciclone in un paese stremato dagli scandali giudiziari e da una transizione istituzionale lunghissima producendo uno sfondamento di “senso” prima ancora che di “sostanza”.
Altro che “vaffa” di Beppe Grillo, un protagonista minore tutto sommato. Il mito dell’imprenditore “che fa” contro la politica “che perde tempo” e’ stato il mantra che ha cambiato il rapporto dei cittadini con le istituzioni e dunque con la democrazia rappresentativa. E dunque l’odio verso il parlamentarismo, la domanda di decisioni rapide e fuori dai “riti” del dibattito, lo slittamento del terreno del conflitto sociale con la mitizzazione del self made man. Da Berlusconi in poi nulla e’ stato più come prima, dunque. Sappiamo quale blocco di interessi ( innanzitutto i suoi ) abbia servito. Dopo il suo passaggio in politica il nostro paese si e’ svegliato più diseguale nel reddito e nel potere d’acquisto, piu’ diviso nei valori costituzionali, piu’ corrotto nelle fondamenta, piu’ impaurito dalle novità del nostro tempo. Sul piano politico, nessun rimpianto. Sul piano personale, tanti auguri. Gli avversari, si rispettano sempre. Soprattutto quelli dichiarati.