Barca e altri, prove oltre Renzi
Una riflessione di Alessandro Giglioli che venerdì scorso ha moderato l’incontro che si è tenuto a Parigi con Fabrizio Barca, Nicola Fratoianni e Ludovica Ioppolo dal titolo: “Partiti, Movimenti, Società: la Sinistra italiana davanti alla crisi”.
La cosiddetta “dissidenza interna” al Pd è, allo stato, una nebulosa in cui c’è un po’ di tutto: da Stefano Fassina a Rosy Bindi, dai nostalgici di Bersani per sempre fedeli alla Ditta fino ai più giovani civatiani che invece discutono ogni giorno se andarsene o no, giù giù fino ai piddini iscritti anche alla Cgil o alla Fiom, e di loro ultimamente ben si sa.
Poi c’è un’opposizione molto più silenziosa, se non altro perché il loro leader non è in Parlamento, scansa quasi tutte le interviste e soprattutto rifiuta il corpo a corpo quotidiano con Renzi, pur pensandola in modo assai diverso da lui: trattasi di Fabrizio Barca, 60 anni, economista, ex ministro della Coesione territoriale, oggi regista di un progetto di partecipazione politica sui territori che ha battezzato “Luoghi ideali” con cui appunto cerca di costruire “un altro” Partito democratico dentro la pancia di quello attuale.
Sono stati i ragazzi di Sel e del Pd di Parigi (insieme) a convincere l’ex ministro a esporsi in un dibattito pubblico: curioso, appunto, visto che in Italia il lavoro di Barca è invece taciturno se non del tutto sommerso.
Ah, prima di tutto però non fatevi scattare in mente il meccanismo del “sinistra a Parigi uguale gauche caviar”: i militanti di Sel e del Pd sulla Senna sono quasi tutti fra quei trentenni che di solito chiamiamo “cervelli in fuga”, insomma ricercatori universitari e laureati di vario tipo che in Francia si arrabattano ma almeno lavorano attorno quello che hanno studiato, mentre in Italia riporrebbero le loro speranze di vita in una raccomandazione per un posto di casellante o semplicemente resterebbero divanati.
Ciò premesso, l’altra sera hanno appunto portato Barca alla fondazione Jean Jaurès per confrontarsi con il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni e con la sociologa attivista di Act Ludovica Ioppolo (Act è appunto una rete giovanile di precari cognitivi e non solo). All’incontro è stato dato il titolo autoironico di “Cherchez la gauche”, comprensibile anche al meno francofono degli italiani.
C’è il video integrale dell’incontro, quindi questo post non è tanto una cronaca quanto un mix di impressioni e, se sono consentite, di analisi sulla serata da parte di chi l’ha coordinata.
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francesco