Barozzino: lavoratori già flessibili e licenziabili, figuriamoci dopo
«C’è sempre una giusta causa per poter licenziare un lavoratore: un post su Facebook, come nel caso della dipendente della multinazionale Nestle’-Perugina, l’appartenenza ad un sindacato scomodo, una malattia grave, una gravidanza e così via. Tutti flessibili e licenziabili: così vorrebbero i lavoratori, considerati sempre più un fastidio anziché una risorsa. Ormai infatti anche la dedizione e lo spirito di sacrificio possono essere ricompensati con un bel licenziamento in tronco».
Lo ha dichiarato il senatore Giovanni Barozzino, capogruppo di SEL in commissione lavoro, che ha presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio e al Ministro Poletti, in merito al caso della lavoratrice della ditta Basell Poliofilene Italia, messa alla porta senza preavviso, dopo aver combattuto una dura lotta contro il cancro.
«Purtroppo – ha aggiunto Barozzino – la cultura che si sta affermando è quella secondo cui il datore di lavoro è il padrone e può fare quello che vuole, si può essere messi alla porta per strumentali “motivi organizzativi ed economici”. Eppure il Governo insiste nel voler far credere che tutti i problemi dell’occupazione sono legati all’art.18 dello Statuto dei Lavoratori: una bugia colossale visto che è già stato depotenziato dalla coppia Monti-Fornero senza che ci sia stato alcun risultato in termini di nuovi posti di lavoro. La verità – ha concluso Barozzino – è che a Renzi serve solo un trofeo per l’Europa e poco importa se per questo si devono sacrificare i lavoratori, che stanno già stanno pagando a caro prezzo una crisi causata proprio da coloro che li vorrebbero più precari e obbedienti, o disoccupati».
Commenti
-
Dario