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Lunedì, 18 luglio 2016

Barozzino: pagare con i buoni pasto più vantaggioso dei voucher. interrogazione urgente di SI – SEL al Ministro del lavoro

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“Con i voucher pensavamo di aver visto tutto e invece no, c’è un modo ancora più conveniente per pagare il lavoro dei giovani o degli ultracinquantenni: con i buoni pasto! Chiediamo se il Ministro Poletti sia informato sulle ultime modalità di “lavoro accessorio” e quali strumenti intenda mettere in atto per contrastare queste forme di sfruttamento di lavoro nero”.

Così il senatore Giovanni Barozzino, capogruppo di Sinistra Italiana – SEL in commissione lavoro, primo firmatario di un’interrogazione urgente, sottoscritta anche dalle senatrici Loredana De Petris e Alessia Petraglia, su questo fenomeno in allarmante espansione.

“Recentemente in Toscana è stata definita, con conciliazione, una delle prime vertenze nei confronti di datori di lavoro che hanno pagato i dipendenti con i buoni pasto, una pratica sempre più diffusa, utilizzata prevalentemente nei pubblici esercizi. Questo nuovo espediente risulta essere, per i datori di lavoro, più vantaggioso dei voucher. Infatti, mentre questi costano 10 euro (con una quota di 2.50 euro destinata all’INPS e all’INAIL), i tagli per i buoni pasto possono variare da 5,29 a 12 euro, totalmente deducibili in quanto “beni di servizio”. Inoltre, la tracciabilità dei voucher, introdotta dalle nuove modifiche della normativa del Jobs Act, rende il pagamento in buoni pasti più allettante: un’ ulteriore perdita per i lavoratori, che oltre a non essere adeguatamente compensati, sono privi di garanzie, non sono coperti contro gli infortuni e non contribuiscono alla pensione”.

“Le finalità per cui erano stati introdotti i voucher sono totalmente fallite. Chiediamo ora al ministro del lavoro se non ritenga opportuno abrogare tutta la normativa cosiddetta Jobs Act, alla luce dell’evidente fallimento di queste politiche che non hanno costruito un’economia moderna, non hanno ridotto la disoccupazione, soprattutto quella giovanile, hanno istituzionalizzato la precarietà e con essa – ha concluso Barozzino – tutte le degenerazioni che ne sono seguite”.

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