Basta violazione ai diritti delle minoranze
Abbiamo presentato un emendamento all’articolo 33 – comma 4 – del testo di revisione Costituzionale all’esame del Senato con il quale chiediamo si stabilisca, in modo assolutamente esplicito e non diversamente interpretabile, che lo Stato debba garantire alle Regioni insulari, e ai fini di uguaglianza tra i cittadini, il costo derivante dalla continuità territoriale marittima ed area, nonché il costo derivante dalla promozione e tutela della lingua e della identità culturale.
In queste ore di confronto molto acceso, e su cui si addensano strane e pericolose nubi spinte ad arte da diverse parti e con diversi strumenti mediatici, atte ad inquinare il dibattito politico in corso, noi vogliamo stare nel merito.
Partecipiamo con la forza delle nostre convinzioni al processo di revisione costituzionale. Non condividiamo le forzature che si stanno adottando nella discussione ma non pensiamo sia utile auto-limitarsi nella attività di proposta a difesa dei principi e dei valori della parte immodificabile della Costituzione.
Per questo, per difendere i diritti ancora violati delle minoranze delle comunità insulari e etnico-linguistiche, abbiamo ritenuto di proporre modifiche al testo del 4^ comma dell’articolo 33.
Continuità territoriale – nazionale ed europea – riconoscimento e promozione della cultura e della lingua. Per noi di quella sarda e catalana.
Oggi ad Alghero, ospiti dell’obra cultural avviamo un confronto in sede locale su questi temi. L’Italia è in pesante ingiustificato ritardo. Per questo abbiamo presentato i progetti di legge per la ratifica della carta europea delle lingue minoritarie e regionali, alla quale dopo 23 anni non si è ancora provveduto. Tutto questo in violazione dell’articolo 6 della costituzione, delle conseguenti pronunce dell’Alta Corte, dell’articolo 14 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Per questo abbiamo tentato di emendare il progetto di riforma della RAI ai fini di programmazione di trasmissioni in lingua sarda e/o catalana.
Altrettanto faremo per affermare il diritto alla mobilità dei sardi (e non solo) compreso quello degli abitanti delle isole minori. Se qualcuno si aspetta il nostro silenzio in ragione di tattiche politiche o parlamentari si sbaglia di grosso. Noi siamo rappresentanti dei cittadini elettori della nostra comunità. A loro rendiamo conto dei nostri comportamenti, nel rispetto del mandato parlamentare e delle modalità di elezione delle rappresentanze popolari.