Bologna, migliaia in corteo bocciano la riforma Renzi
Docenti, studenti e personale della scuola in piazza anche a Bologna nel giorno dello sciopero nazionale proclamato contro il ddl Buona scuola del governo Renzi. Mentre le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil sono in trasferta a Milano, due le manifestazioni promosse in città: Cobas, Coordinamento precari della scuola e Comitato bolognese in sostegno dell’iniziativa di legge popolare “Una buona scuola per la Repubblica” (Lip buona scuola) hanno dato appuntamento in piazza XX Settembre; da piazza San Francesco, invece, si sono mossi gli Studenti medi autorganizzati, il Coordinamento studenti medi dell’Emilia-Romagna e gli Educatori contro i tagli.
I due cortei si sono comunque ricongiunti in via Indipendenza, con la manifestazione partita da San Francesco (150 persone) che e’ andata incontro, tra gli applausi, a quella piu’ corposa dei prof (ma anche qui e’ significativa la presenza di ragazzi): gli organizzatori parlano di 2.000 persone complessivamente, ma e’ piu’ realistico dire un migliaio. L’idea e’ di concludere con un microfono aperto finale in piazza Maggiore. Nel frattempo, nella manifestazione dei docenti si intona “Bella ciao” e nei cori la “buona scuola” diventa la “buona sola”; sullo striscione piu’ in vista campeggia la scritta “Renzi puffarolo”, mentre quello di apertura recita “Partigiani della scuola pubblica”. Non mancano i fischi indirizzati a Renzi. In corteo sfilano anche Mirco Pieralisi (consigliere comunale indipendente eletto con Sel e presidente della commissione Istruzione) e Massimo Bugani (capogruppo del M5s a Palazzo D’Accursio). «Di sicuro alle elementari e alle medie lo sciopero è stato un boom- afferma Pieralisi, che è insegnante- ma vedo anche molti docenti delle superiori e non è sempre cosi».
L’adesione «è altissima», afferma un’insegnante dell’Istituto comprensivo di Sasso Marconi: «Sono chiusi anche tutti i plessi della mia scuola ed erano almeno 12 anni che non succedeva». Per i Cobas, l’adesione allo sciopero si aggira sull’80%. La protesta degli studenti è cominciata invece dalla Prefettura, dove i manifestanti hanno appeso due striscioni che richiamano le morti nel Mediterraneo: “I vostri confini uccidono” “assassini”. Vicino all’ingresso del Palazzo del Governo gli studenti hanno lasciato delle barchette di carta, “rosse come il sangue dei migranti morti in mare”.