Bracciante muore a Nardò: stroncato dal caldo e dalla ferocia delle “regole” del lavoro nero
La lotta al capolarato è una delle grandi sfide della Puglia, che per ora ci vede ancora perdenti. La morte del giovane sudanese nelle campagne assolate di Nardò ce lo ricorda impietosamente.
E’ una battaglia che per essere vinta deve essere combattuta collettivamente, con il coinvolgimento di tutti gli anelli della catena, altrimenti non ce la faremo mai, continueremo a subire la vittoria delle logiche di sfruttamento, qui in una regione che ha fatto tanto in questi anni per affermare i diritti dei lavoratori.
La morte del giovane sudanese fa rabbia e addolora: era un immigrato con regolare permesso di soggiorno, stroncato dal caldo e dalla ferocia delle “regole” del lavoro nero. Ci affidiamo alle Forze dell’Ordine e alla Magistratura affinché le responsabilità vengano accertate, per restituire un briciolo di giustizia ad una morte ingiusta.
La Puglia tutta però si indigni e non si arrenda: deve continuare il lavoro di qualificazione delle produzioni, applicare il principio di sostenibilità e diventare sempre più presidio di legalità.