Buoni pasto, un pasticcio. Intervenga l’antitrust
Quando furono introdotti incentivi fiscali ai buoni pasto elettronici e ne fu innalzato l’importo massimo a 7 euro, proponemmo tre correttivi. : Il primo era eliminare l’obbligo ipocrita di non cumulabilita’ dei buoni, permettendo ai lavoratori di spenderli anche in un’unica soluzione. Tutti sanno infatti che la maggior parte vengono spesi al supermercato, ed e’ giusto che sia possibile farlo.
Il secondo obbligare i POS appositi a ricevere tutte le card elettroniche e non solo quelle di una o dell’altra compagnia, per rendere reale la concorrenza fra le società emettitrici.
Il terzo imporre un limite massimo del 3% alle commissioni applicate agli esercenti, perche’ e’ troppo facile prendere contratti con ribassi mostruosi e poi scaricarli su bar e ristoranti, ovviamente con il ricatto.
Tutte proposte rigettate, ma oggi i nodi vengono al pettine, con grave danno per molti lavoratori, che rischiano di ritrovarsi di fatto privati di un pezzo di salario.
Pare inoltre – che gia’ oggi un operatore della grande distribuzione accetti esplicitamente i buoni pasto solo dai propri soci. Se cosi’ fosse, dovrebbe intervenire l’Antitrust, perche’ fatta salva la possibilita’ di stipulare o meno convenzioni con le societa’ , non si possono poi discriminare categorie di clienti, per di piu’ in conflitto di interessi.
Ci auguriamo che ora ci sia un ripensamento del Governo nella direzione da noi auspicata.