Calabria, Primarie c.sinistra. Speranza: sono tollerato Non va bene,rifletterò. Se eletto a consiglieri metà indennità
E’ l’unico non del Pd ma anche se iscritto a Sel si sente soprattutto un candidato di coalizione. Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme, si appresta a fronteggiare Gianluca Callipo e Mario Oliverio nelle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato presidente della Regione.
In una intervista all’ANSA Speranza spiega i motivi che lo hanno spinto a scendere in campo e la sua visione della Regione qualora fosse eletto.
Perché ha deciso di candidarsi alle primarie?
Perché pensavo che un sindaco che amministra da nove anni una città meravigliosa e difficile come Lamezia Terme potesse contribuire molto ad un centrosinistra che cambia e che rompe con la logica del Pd di fare parte del partito unico trasversale che c’è in Calabria. Un partito che continua, in Consiglio regionale, ad andare avanti come se lo scioglimento non ci fosse stato. In vita mia non sono mai candidato di nessun partito. Le uniche due volte sono stato candidato a sindaco di Lamezia per il centrosinistra e tutte e due le volte ho avuto molti più voti della coalizione. Tant’è che sono sempre stato sindaco senza maggioranza. In via mia ho combattuto le nomenclature quando queste c’erano, mi sono rimesso a studiare a 30 anni ed a 33 mi sono laureato, ho fatto il concorso e sono diventato insegnante. Non ho mai avuto incarichi di sottogoverno e non sono mai stato candidato di nessun partito. Mi sono candidato perché sono il sindaco della città più grande che il centrosinistra amministra in Calabria da nove anni, quindi non sono candidato di Sel anche se sono iscritto a Sel.
Tra Pd e Sel, a livello nazionale, negli ultimi tempi ci sono stati forti attriti in conseguenza del dibattito al Senato sulle riforme. Questi contrasti potranno incidere sull’alleanza e sulla sua candidatura alle primarie?
Sono rimasto completamente di sasso di fronte al fatto che una persona che non conosco, come l’on. Carbone, abbia detto che non potevo partecipare alle primarie e in Calabria nessuno del centrosinistra, tranne qualcuno di Sel, ha detto niente. Sto soffrendo molto questa vicenda delle primarie. Francamente non sono una persona che cerca un posticino. Sono molto dispiaciuto per le battute che sono state fatte. I giornali hanno titolato come un diktat che io non mi posso candidare, addirittura un giornale ha detto che mi devo mettere l’anima in pace. Sto soffrendo molto in una vicenda in cui mi sento un tollerato. Per la mia storia per i rapporti buoni da sempre con i dirigenti del Pd con gli altri candidati ai quali penso solo con grande rispetto. Ho partecipato perché spinto da spirito di collaborazione, per costruire una coalizione molto larga e vivace. Mi sono ritrovato con i diktat di Carbone e compagnia bella. Nel migliore dei casi sono un tollerato e questo non va bene. Nei prossimi giorni ci rifletterò a lungo.
Quindi qual’è il suo stato d’animo in queste primarie?
Di grande sofferenza e dispiacere. I primi giorni sono stati un disastro. Mi sembra che questa sia la continuazione del congresso del Pd e che la lotta interna al Pd stia sciupando la possibilità del centrosinistra di vincere le elezioni. Ancora fissano Consigli regionali. E poi è uno schifo che ancora non si sono fissate le elezioni regionali e di questo nessuno parla. La mia impressione è che si preparino ad una informata di nomine e quindi in questi giorni stanno notando la mia distanza, una distanza sempre maggiore. La Regione non può continuare con un sistema di potere che governa sempre, sia che ci sia il centrosinistra sia che ci sia il centrodestra. Io vorrei che quando governa il centrosinistra le cose cambiassero davvero.
Qualora dovesse riuscire a superare le primarie e a diventare presidente della Regione, quali sarebbero le sue prime mosse?
Le cose più immediate che farei per dare un segno chiaro, intanto è il dimezzamento delle indennità dei consiglieri regionali – un consigliere non può guadagnare più di un sindaco di una grande città calabrese come Reggio – poi la diminuzione netta degli stipendi dei dirigenti regionali ed una cura dimagrante drastica della Regione che deve rinunziare a soldi, sprechi e lussi. Una Regione che, insieme al Governo, per prima cosa deve concertare un reddito di sopravvivenza, con l’obiettivo di un reddito di cittadinanza, ma che intanto comincia a dare un piccolo reddito di sopravvivenza a quelle famiglie più in difficoltà. E poi vorrei una Regione che riflette sulle risorse: nel 2012 sono stati rimborsati 49 milioni di euro a pazienti che si curano fuori regione perché affetti da neoplasie. E quelli che non avevano soldi per andare fuori, per anticipare e avevano neoplasie sono morti senza neanche la possibilità di curarsi? Questa è una cosa angosciosa, quando la politica diventa tragedia.
di Alessandro Sgherri