Calabria, se la sinistra c’è batta un colpo
Sembra di assistere alla trama di un brutto “noir” in salsa caciottara. A distanza di settimane da una sentenza di condanna a sei anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti del presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, sembra che il “problema “venga derubricato o peggio percepito ,dalla pubblica opinione come una questione burocratica tra ministeri.In subordine,a rendere più avvincente la “suspance”c’è il dubbio se arriveranno prima le dimissioni ovvero la sospensione!!! La politica appare lontana”latitante” ed incapace di misurarsi con un minimo di mobilitazione popolare.
Le domande semplici e banali da porsi con preoccupazione sono presto formulate: che ci fa ancora al suo posto l’onorevole Scopelliti ed in che misura l’opinione pubblica ritiene tollerabile che questo possa accadere. Attenzione, la mia preoccupazione declina dal furore giustizialista,ed anzi da garantista convinto,sono ben consapevole della necessità di attendere gli ulteriori gradi di giudizio, necessari per formulare in maniera definitiva una sentenza di condanna senza appello. A garanzia dell’imputato e della verità incontrovertibile, per come le leggi della Repubblica prevedono anche per quanti non amano particolarmente la suddivisione dei poteri (democrazia liberale),percepita come un laccio perennemente appeso al collo del decisionismo (propensione illiberale a-democratica) degli esecutivi! Non mi affascina la perniciosa vocazione alla via “giudiziaria al cambiamento”, cultura portatrice “insana” di innumerevoli drammi nella storia politica italiana degli ultimi vent’anni.
In queste ore ci si azzuffa a suon di comunicati stampa tra ministeri, che senza offesa per alcuno rievoca una fortunata parodia tra Crozza e Zalone, per stabilire l’ora precisa in cui il ministero degli affari regionali ha trasmesso al Viminale, atto necessario, per carità, affinché il consiglio dei ministri proceda verso la sospensione del Governatore. Ma non è questo il punto politico. Qui non si tratta di “eliminare” per via giudiziaria un avversario politico, cosa in sé spregevole dal punto di vista etico e politico, bensì risulta necessario battere una “cultura”che attraverso lo scopellitismo ha raggiunto l’acme, di gestione della Res Pubblica che per molti aspetti risulta trasversale ed ampiamente diffusa tanto da tingere a tinte preoccupanti il futuro prossimo, che potrebbe risultare alla fine il ricalco del passato recente e remoto. Al punto, temo, da rendere ancora una volta impercettibile alla stragrande maggioranza dei calabresi l’eventuale “cambio” di colori istituzionali. In altri termini si rischia di cambiare tutto per non cambiare nulla.E di presupposti che suggeriscono questa preoccupante ipotesi ce ne sono a iosa.
Prima tra tutte l’insipienza del centro sinistra,allo stato incapace di organizzare una minima reazione popolare di massa in risposta a quanto accaduto in anni di incredibile malgoverno,ben prima della vicenda giudiziaria, su qualsiasi aspetto che riguardi la vita sociale dei calabresi. Appare espunta dalla memoria condivisa, persino la cocente umiliazione inflitta alla Cosenza democratica, dove accolto dal raggiante Sindaco Occhiuto, marciò l’ex Sindaco del modello Reggio!!
La lista da esporre alla pubblica indignazione sarebbe infinita: non manca nulla :dalla sanità ai rifiuti,al lavoro, alla questione energetica, ai fondi europei, ai trasporti, al turismo ecc. Parliamo dell’ordinario sia bene inteso, che in questo disastro complessivo appare già una irraggiungibile chimera. Non parliamo di ipotesi di rilancio di un laboratorio politico e culturale che risulti tranciante con le pratiche negative diffuse e condivise in maniera trasversale, da superare con un “balzo della tigre” che rimanda al principio della speranza di Ernst Bloch, e che tramite una vera “rivoluzione” dei rapporti tra cittadini ed istituzioni aperte e trasparenti faccia della nostra Regione un esperimento inedito di innovazione e suggestione politica del meridione.
Qui siamo ben lontanti. Le influenze delle larghe intese nazionali, permettono al contrario, al pari di quanto accaduto tra Renzi e Berlusconi, che ci si sieda insieme appassionatamente a tracciare le regole del gioco elettorali ,come se i problemi dei calabresi fossero vincolati al destino di questo o quello scranno da consigliere regionale da tutelare caschi pure l’Aspromonte. Qui si è già in campagna elettorale per le europee e le regionali. Se la Sinistra c’è batta un colpo!!
Si gettino immediatamente le basi di una rinascita calabrese convocando una grande assemblea aperta al contributo di una Calabria diffusa ed in movimento che pure esiste. Della cultura,dei giovani,delle associazioni,del lavoro. Dove i partiti sia pur protagonisti sappiano fare un passo indietro, recependo la molecolare speranza che ancora agita le aspettative della Calabria migliore. La si renda. questa speranza progetto di trasformazione senza vincoli. Le grandi trasformazioni hanno bisogno di utopia.
Sono riflessioni piuttosto amare che cadono in un giorno particolare, di celebrazione di una pagina straordinaria della storia italiana. Il giorno della Liberazione dalla quale generò la Costituzione repubblicana. Con i suoi principi di libertà ed eguaglianza. Ma qui sembra di respirare ben altra aria. Più che altro ,con facile allusione simbolica, sembra di assistere alla vigilia della presentazione della mozione Grandi. Facciamo dimettere il massimo responsabile, magari facendolo in qualche modo espatriare, e teniamoci questo eccellente sistema di gioco che tanta fortuna ha arrecato a pochissimi “eletti”.
Angelo Broccolo
Assemblea nazionale SEL
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