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Giovedì, 29 maggio 2014

Cannabis, la Cassazione conferma l’incostituzionalità della Fini-Giovanardi: sì alla riduzione di pena per i già condannati

cannabis

Tutti i condannati in via definitiva per spaccio lieve di droga anche con recidiva (un’aggravante che comporta un aumento degli anni da scontare) avranno diritto a una diminuzione di pena. Lo ha deciso la Corte di Cassazione a sezione unite, accogliendo un ricorso della procura di Napoli contro la decisione del tribunale, che aveva negato ad un condannato recidivo per piccolo spaccio di ottenere il ricalcolo della pena.

Il condannato aveva fatto ricorso dopo la sentenza della Consulta che nel 2012 aveva dichiarato incostituzionale la norma della Fini-Giovanardi che vietava di concedere le attenuanti nel caso di recidivi. La Corte ha deciso anche sulla base del verdetto dello scorso febbraio che ha ripristinato la distinzione tra droghe pesanti e leggere, dichiarando incostituzionale la legge Fini-Giovanardi e ripristinando il testo della Iervolino-Vassalli.

Questa sentenza, potrebbe avere ripercussioni sul numero dei detenuti che stanno scontando una condanna e che potrebbero quindi uscire dal carcere. La novità varrà per circa 9.000 detenuti per spaccio lieve. Non riguarderà invece i 5.000 detenuti condannati in via definitiva per spaccio di droghe pesanti commesso con l’associazione per delinquere.

Commenti

  • Stefano Goretti, SEL Perugia

    Penso che tutti gli antiproibizionisti siano da tanto tempo troppo timidi di fronte alle politiche criminali riguardanti il consumo di sostanze psicotrope, in primis la cannabis. SEL dovrebbe, oltre a presentare disegni di legge riguardante tale materia, costruire campagne informative e di denuncia, coinvolgendo le diverse associazioni che nel territorio nazionale si adoperano al fine di promuovere la regolamentazione della cannabis. Dobbiamo alzare la voce e disattivare il dispositivo mediatico creato intorno al tema “droghe”. Campagne anche di disubbidienza civile. Costruendo politiche di alleanze al fine di perforare il muro dell’integralismo e del proibizionismo radicale. Non possiamo aspettare i pronunciamenti dei tribunali per far valere diritti e bisogni. Svegliamoci!