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Venerdì, 8 aprile 2016

Caso Regeni, l’Italia richiama l’ambasciatore. Fratoianni: bene ritiro, relazioni da rivedere

regeni

Il secondo vertice tra inquirenti italiani ed egiziani sul caso della morte di Giulio Regeni si è risolto in un fallimento. Da questo momento, fanno sapere dalla Scuola superiore di polizia di Roma, la collaborazione tra le autorità giudiziarie dei due Paesi può considerarsi interrotta. Delusi gli investigatori italiani, che non hanno ottenuto quanto richiesto agli omologhi egiziani.

In seguito agli sviluppi fallimentari del vertice, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha disposto il richiamo a Roma dell’Ambasciatore a Il Cairo, Maurizio Massari, “per consultazioni”. La Farnesina ha comunicato che “si rende necessaria una valutazione urgente delle iniziative più opportune per rilanciare l’impegno volto ad accertare la verità sul barbaro omicidio di Regeni”.

La famiglia Regeni “prende atto con amarezza del fallimento del vertice tra le autorità giudiziarie italiane e quelle egiziane” ed “esprime soddisfazione per la decisione del ministro Gentiloni di richiamare in Italia l’ambasciatore Massari”. “Siamo certi – affermano i genitori di Giulio – che le nostre istituzioni e tutti coloro che stanno combattendo al nostro fianco questa battaglia di giustizia non si fermeranno fino a quando non otterranno verità”.

“Dopo il comunicato della procura di Roma sul vertice con gli inquirenti egiziani si conferma, purtroppo, quello che abbiamo a lungo sostenuto. Il regime di Al Sisi getta la maschera e rafforza la convinzione di un suo pesante coinvolgimento nel barbaro omicidio di Giulio Regeni”. Lo afferma Sinistra Italiana con Nicola Fratoianni.
“Adesso dopo la giusta scelta del governo di richiamare l’ambasciatore bisogna andare avanti. Le nostre relazioni con l’Egitto -conclude Fratoianni- non possono non essere riviste in modo profondo”.