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Mercoledì, 17 giugno 2015

C’è un cuore di tenebra nella storia dell’Europa e il suo fantasma non è stato affatto seppellito

Tsipras, Juncker hollande

I modi che hanno contraddistinto fino ad oggi la Commissione europea, la Banca centrale europea e il Fondo monetario internazionale nei negoziati con la Grecia, sono apparsi costantemente ispirati a un’unica idea: quella di ridurre all’obbedienza il governo di Atene. Un governo nato dai risultati di libere elezioni, legittimato dalla volontà popolare, in tutto e per tutto espressione di una dialettica democratica senza ombre. Insomma i valori che hanno mosso, nei difficili secoli della modernità, grandi lotte e grandi passioni con al centro i popoli europei.

Oggi di quei valori all’Europa di Bruxelles non interessa proprio nulla, perché ad altro l’Ue e la sua burocratica governance fanno riferimento. Finanza, banche, mercato. Il cappio dei negoziati strangola materialmente e simbolicamente il governo di Atene. Sul Financial Times leggiamo di dirigenti europei che parlano dell’impossibilità di arrivare a un accordo col primo ministro Alexis Tsipras finché lui non si libera dell’ala sinistra del suo governo. I negoziati non sono affatto dei negoziati. Sono soltanto un atto di imperio del più forte contro il più debole, hanno il carattere del richiamo all’obbedienza da parte di un sovrano nei confronti di un suddito disobbediente.

Le elezioni greche del gennaio di quest’anno hanno affidato a Tsipras un mandato chiaro, inequivocabile: basta con l’austerity che ci ha già ucciso, contrattiamo su alcune questioni importanti, a cominciare dal debito. Ma l’Europa tratta il premier greco come l’esponente di un Paese che disobbedisce agli ordini e deve essere per questo esposto al pubblico ludibrio. E il premier bistrattato anche lui, perché inaffidabile: un premier incapace di riportare l’ordine dei Trattati e dei vincoli nel suo Paese. L’economia deve prevalere. L’economia deve far valere le proprie ragioni. L’economia deve essere la bussola dell’Europa che Bce, Commissione e Fmi incarnano. Questo il mantra, questa la regola aurea, questa la dura realtà dell’Europa.

C’è un cuore di tenebra nella storia dell’Europa e il suo fantasma non è stato affatto seppellito. E’ di questo che la vicenda greca soprattutto parla ed è per questo che si tratta di una allarmante vicenda di interessa generale, che dovrebbe tenere col fiato sospeso tutti i Paesi europei, i governi, le forze politiche.
Ma forse siamo ormai così addentro in questa fase post democratica che viviamo. che del disprezzo di Bruxelles per la volontà espressa democraticamente dal popolo greco nessuno capisce né la ratio punitiva ed esemplare – nessuno faccia come in Grecia, tanto è inutile – né la gravità. Assuefazione all’ordine del discorso di chi comanda, con l’idea di compiacerlo e di corrisponderlo. Anche questo è un lato di quel cuore di tenebra di cui sopra.
Il più inquietante.

Commenti

  • francesco

    Credo anch’io che l’atteggiamento della Commissione Europea sia in parte condizionato da un giudizio (negativo) di parte che questa ha maturato nei confronti dell’attuale Premier Ellenico. Come credo che le posizioni da essa assunte (la Commissione Europea) siano condizionate anche da fattori esogeni all’oggetto della trattativa e legate ai condizionamenti ed alle dinamiche politiche interne dei singoli Stati che la compongono. Questi aspetti, che appunto pesano nella trattativa con il Governo Greco, non dovrebbero affatto intervenire ed è grave che ciò accada, specie se consideriamo la delicatissima situazione di crisi che la popolazione ellenica stà attraversando.
    Tuttavia ritengo che anche l’attuale Governo Greco abbia le sue responsabilità in questo stallo dagli esiti incerti e probabilmente (se nessuna delle parti in causa rivedrà – almeno in parte – le sue posizioni) nefasti per tutti (ma soprattutto per la popolazione greca) e trovo sbagliato che non se ne faccia cenno nell’articolo.
    Se da un lato è giusto ricordare (dato che nella contemporaneità sembra se ne stia perdendo la memoria) che “un governo nato dai risultati di libere elezioni, legittimato dalla
    volontà popolare, in tutto e per tutto espressione di una dialettica
    democratica senza ombre” è investito di una sovranità che non può essere messa in discussione se non vogliamo indebolire (ulteriormente) le fondamenta su cui si poggiano le democrazie occidentali, ritengo sia altrettanto giusto esplicitare che i diritti (in questo caso la sovranità di un Governo democraticamente eletto) sono indissolubilmente legati ai doveri (in questo caso l’assunzione di responsabilità dello stato dei conti pubblici statali e delle conseguenze ad esse connesse). Con questo non voglio affatto sostenere che la Grecia debba essere abbandonata al suo destino, al contrario e se vi è un senso nell’esistenza di una comunità (in questo caso quella Europea), quel senso stà innanzitutto nella solidarietà ed il mutuo soccorso tra i suo componenti. Voglio però sostenere che la solidarietà ed il mutuo soccorso all’inteno di una comunità sopravvivono e si alimentano solo se ciascuno si sforza di fare la propria parte, di contribuire nella misura massima possibile affinchè questo rapporto sia reciproco e non unilaterale. Se a dare è sempre e solo una parte e l’altra in alcun modo riesce ad emanciparsi allora è difficile che si possa mantenere un rapporto paritetico, tra pari, all’interno della comunità; anzi è difficile che nel tempo la comunità stessa sia in grado di mantenere il suo carattere di inclusività. In questa vicenda non esistono semplicemente dei buoni (la Grecia) e dei cattivi (le istituzioni Europee ed internaizonali) ed lo scivolare in questa semplificazione alimenta anzichè contrastare quel “cuore di tenebra” che si teme si stia affacciando nella nostra società.

  • massimo gaspari

    a carrara una dipendente esselunga si e’ suicidata dopo un richiamo disciplinare. da queste parti le assunzioni all’esselunga le decidono i politici. i sindacati sono occupati dai padroni come i partiti come i centri sociali come le rivolte popolari.
    consiglio comunale di nani e ballerine a guida socialista.
    hanno ucciso di nuovo