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Martedì, 10 febbraio 2015

Cgil e la Federazione lavoratori della conoscenza aderiscono alla manifestazione del 14 febbraio “Dalla parte giusta. È cambiata la Grecia, cambiamo l’Europa”

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La Cgil e la Flc Cgil aderiscono alla manifestazione di sabato prossimo, 14 febbraio, a Roma, “Dalla parte giusta. È cambiata la Grecia, cambiamo l’Europa”.

«Saremo in piazza, insieme a tante associazioni ed organizzazioni democratiche, – si legge in una nota della segreteria nazionale Cgil – per dire una volta di più che un’altra politica economica e sociale è possibile, che la scelta del rigore e dell’austerità ha fallito e che è tempo che l’Europa cambi verso». Per il sindacato guidato da Susanna Camusso, “servono scelte orientate alla crescita ed alla ripresa dell’occupazione, in modo particolare quella giovanile, attraverso investimenti mirati ed il sostegno alla domanda”. “L’ampio consenso popolare che il nuovo governo greco ha ricevuto alle recenti elezioni sta a testimoniare della volontà di battere la crisi senza abbattere i diritti delle persone e la loro già difficile condizione economica e sociale” conclude la Cgil.

«Non dobbiamo e non possiamo lasciare la Grecia da sola nel difendere il Governo Tsipras, eletto democraticamente, dagli espliciti ricatti della Bce e della Troika. È ora di superare finalmente le politiche di austerità e il neoliberismo per costruire, insieme alle forze realmente progressiste, la nuova Europa del lavoro, della conoscenza, della giustizia sociale e della democrazia» scrivono in un comunicato i rappresentanti dell Flc Cgil. «Proprio per questo, oggi è necessaria una larga mobilitazione per sconfiggere gli interessi dei potentati economici e finanziari che vogliono distruggere ogni speranza di cambiamento in Grecia e in Europa.  La FLC CGIL, che ogni giorno lotta per una nuova Europa fondata su questi valori, è al fianco del popolo greco e del suo governo e sostiene la manifestazione nazionale che si terrà a Roma sabato 14 febbraio 2015» conclude la nota. 

Commenti

  • Peppe Parrone

    Il ministro Padoan prima di rispondere in modo risentito a Tsipras doveva ricordare che a dicembre 2014, l’agenzia di rating Standard&Poor’s ha declassato l’Italia da BBB a BBB-, un gradino sopra il livello “spazzatura”, e non mi pare che in questi due mesi per l’economia italiana le cose siano migliorate. Dico questo per sottolineare l’importanza di una mobilitazione contro la troika perché non è in gioco soltanto la Grecia Battersi per una conferenza europea per la ristrutturazione del debito, non è soltanto solidarietà alla Grecia, ma interesse primario di tutti.

  • Guvjc

    Io credo che molti parlano di ristrutturazione del debito senza rendersi conto di ciò che significa o potrebbe significare. Concordare con chi ti ha prestato del denaro (molto, moltissimo denaro) una diversa restituzione o addirittura la cancellazione del credito non è così semplice ed indolore. Soprattutto se nel contempo il debitore ha bisogno di altro credito per sopravvivere e non fallire. Non dimentichiamo mai che debiti o i crediti degli stati sono, in ultima istanza, debiti e crediti dei cittadini. Un credito non esigibile è di fatto un debito che va ad appesantire il debito pubblico e tanto più questo è grande, tanto più saranno alti gli interessi che si dovranno pagare per avere nuovi prestiti.

  • francesco

    Quello della Troika è un vero e proprio strozzinaggio nei confronti dei popoli studiato scientemente a tavolino.I governi degli Stati che hanno firmato il Memorandum sono complici consapevoli e interessati. Per questo il debito non deve essere pagato, ma rispedito al mittente. Paghino i banchieri e gli speculatori di tutte le risme che l’hanno contratto sulla pelle delle persone. Altrimenti è meglio uscire dall’area euro.
    Questa Europa non appartiene ai popoli, ma alla massoneria finanziaria internazionale.

  • Peppe Parrone

    Due Economisti del prestigioso istituto di ricerca americano (NBER) mostrano come la ristrutturazione del debito sovrano di Paesi in crisi costituisca un’efficace soluzione per tornare sul sentiero della crescita e dell’occupazione.
    Lucrezia Reichlin, docente di economia alla London Business School, nonché direttore della Ricerca alla Bce fino al 2008, in merito alla ristrutturazione del debito, tra le altre cose dice: “Non bisogna demonizzare questa soluzione. Ne va della sostenibilità dell’euro”.
    Il 9 settembre 2014, l’ONU ha approvato una storica risoluzione che propone la creazione di un contesto giuridico internazionale per regolare i processi di ristrutturazione del debito sovrano dei Paesi in crisi. La mozione ha raccolto il voto positivo di 124 Paesi.
    I Paesi che hanno votato contro sono 11 tra cui: Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Israele ecc……..
    Se l’obiettivo non è di ridurre alla schiavitù il Paese debitore, è nell’interesse di tutti creare le condizioni per porre tale Paese sulla via della crescita e dell’occupazione.

  • Pablo

    Ottima cosa, ora dobbiamo riuscire come SEL a fare da lievito per una formazione sempre più forte a sinistra, che dia piena rappresentanza politica a queste piazze, ai lavoratori, ai precari, alle partite Iva, a chi un lavoro non ce l’ha più…..E’ ora che la cittadinanza si svegli e cominci a lottare contro le politiche di austerità che ci stanno uccidendo.