Che fine hanno fatto i soldi confiscati alle mafie per il diritto allo studio?
I soldi delle mafie per il diritto allo studio. On. Costantino (Sel): “Passato un anno da mio emendamento, dove sono finiti i fondi che garantirebbero 7mila nuove borse di studio?”
A un anno dall’inserimento nel decreto Istruzione dell’emendamento che consente di usare il 3% del denaro confiscato alle mafie per finanziare borse di studio, i promotori della proposta chiedono certezze al Governo su tempi e fondi. Secondo le stime del 2013 sono stati bloccati 28 milioni di euro che corrispondono a circa 7 mila borse di studio
Il Governo Renzi è favorevole o contrario alla possibilità di destinare una piccola parte del denaro confiscato alle mafie per garantire il diritto allo studio? E che fine ha fatto la proposta, elaborata dall’associazione antimafie daSud e raccolta dai deputati di Sel, di usare il 3% di queste somme per finanziare le borse di studio? Sono le domande rivolte oggi all’Esecutivo durante la conferenza stampa a Montecitorio indetta da Celeste Costantino, parlamentare di Sel (firmataria dell’emendamento) a cui hanno partecipato Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà, Pasquale Grosso dell’associazione antimafie daSud e i rappresentanti delle associazioni studentesche Udu e Link.
«Secondo le nostre stime il Governo sta bloccando almeno 28 milioni di euro confiscati alle mafie che sono il 3% dei 940 milioni sottratti ai clan solo nel 2013 – dichiara l’on. Celeste Costantino – risorse aggiuntive al Fondo Integrativo Statale che sono un piccolo contributo per cancellare la vergognosa figura dell’idoneo non beneficiario che esiste solo in Italia e per aiutare le Regioni a erogare servizi. Il Governo invece ancora una volta sta perdendo l’occasione di dire ai giovani che l’antimafia non è una teoria di facciata ma una pratica concreta dell’agire politico e sociale, proprio questo emendamento ha dimostrato un binomio inscindibile: non ci può essere antimafia senza formazione, né formazione senza antimafia. Chiediamo quindi al premier Renzi di fare immediatamente chiarezza sui fondi e sui tempi di trasferimento agli Enti per il diritto allo studio. Basta retorica e annunci. Il Governo si dia una mossa».
«Le mafie – ha spiegato Pasquale Grosso dell’associazione daSud – hanno ipotecato il futuro di questo Paese, facendo torto soprattutto ai giovani. Lo avevano già capito decenni fa Virginio Rognoni e Pio La Torre, quando hanno proposto la loro legge sui beni confiscati. Come associazione antimafia abbiamo voluto reinterpretare quella legge, ancora straordinariamente attuale, introducendo un principio molto semplice, eppure per certi versi rivoluzionario: il modo migliore per combattere le mafie è redistribuire i loro soldi ai giovani. Oggi più che mai siamo convinti che questa proposta debba essere recuperata e affrontata per quello che è: una priorità. Questo Governo lo deve alle migliaia di studenti che, visti i continui tagli al welfare, sono costretti a rallentare o peggio abbandonare il loro percorso formativo».
«Dopo gli ultimi “regali” dello Sblocca-Italia, che di fatto rischiano di bloccare i fondi nazionali per il diritto allo studio facendoli finire sotto il patto di stabilità, il Governo deve prendere una decisione: investire nel diritto allo studio universitario, e quindi nel futuro dei giovani, o ammettere che si sta scientemente mettendo la parola fine alla possibilità che l’università rappresenti il vero ascensore sociale del Paese – dichiara Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell’Unione degli universitari (UDU) – Purtroppo l’indirizzo attuale è fin troppo limpido: anche di fronte a un’iniziativa parlamentare innovativa come questa ci scontriamo con un silenzio e un’indifferenza senza precedenti».
«Complici le politiche del Governo Renzi – incalza Alberto Campailla, portavoce nazionale di LINK – il diritto allo studio in Italia appare sempre più come un diritto inesistente. In particolare, il reinserimento dei 150 milioni del fondo integrativo nel patto di stabilità interno renderà ancora più difficile per le Regioni erogare le borse di studio, facendo aumentare il già vergognoso numero degli idonei non beneficiari. Nel rivendicare lo stanziamento di 400 milioni di euro per la copertura totale delle borse di studio, crediamo che un importante passo avanti possa essere compiuto anche mediante la definizione e lo stanziamento del 3% del Fondo Unico Giustizia».
«L’emendamento a firma Costantino – conclude Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia Libertà – garantisce 28 milioni per nuove borse di studio. Un fatto concreto, che ha un grande valore sociale e antimafia. Se un emendamento così importante, applauditissimo lo scorso anno in aula durante l’approvazione, non ha seguito vuol dire che è la qualità della democrazia che precipita. Dal Governo solo retorica: perché non usa subito questa pratica quotidiana antimafia?».