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Lunedì, 30 giugno 2014

Chi ha ucciso Eyal, Gil e Naftali deve pagare. Ma ora più che mai deve prevalere la politica altrimenti nessuno vincerà

hebron

Dolore, disappunto, paura. Dolore perché quando muoiono tre ragazzi giovanissimi è un pezzo di speranza che va via. La speranza dei loro occhi dolcissimi che scrutano una vita che è ancora tutta davanti, ancora tutta da conoscere, ancora tutta da riempire. Disappunto perché questo rapimento durato 18 giorni rischia di essere una pietra tombale per un processo di pace già fortemente compromesso. Indebolito dalla scelta di due mesi fa di Netanyahu di non fare alcuna concessione alla parte palestinese sul terreno dei prigionieri politici ne’ dello stop agli insediamenti coloniali.

Paura perché ora tutto è più difficile. E’ più difficile tornare a sedersi attorno a un tavolo per ribadire la necessità di fa avanzare il negoziato. E’ più difficile il cammino dell’unità palestinese, che poteva essere la strada per un’interlocuzione più stabile e duratura con Israele. E’ più difficile perché ora si apre l’ennesima stagione – come è già accaduto nel corso degli ultimi giorni con gli arresti e le morti dei palestinesi nei territori occupati – segnata dall’escalation militare e certamente da tante vittime innocenti. Non sappiamo se prevarrà il buon senso di fermarsi e di riflettere.

Chi ha ucciso Eyal, Gil e Naftali deve pagare fino in fondo il suo crimine ed essere assicurato immediatamente alla giustizia. Una vita che se ne va è una perdita irreparabile per tutta l’umanità. Ma ora più che mai deve prevalere la politica. Nel momento di massimo dolore per il popolo israeliano, a cui va la nostra solidarietà, c’è bisogno che le armi cessino e la diplomazia riprenda la parola. Perché un Medio Oriente incendiato è un rischio per l’intera comunità internazionale. La sicurezza di Israele e uno stato autonomo palestinese devono restare le stelle polari per la risoluzione del conflitto. Se invece si dovesse scegliere la strada della guerra nessuno vincerà. I ragazzi non torneranno in vita e saremo costretti a contare altri morti. Senza capire ancora una volta perché.

Nella foto soldati israeliani a Hebron

Commenti

  • alessio

    concordo. tuttavia mi pare che la pesante rappresaglia israeliana in queste settimane si sia già spinta oltre uccidendo e sequestrando persone. confermate?

  • Paride Vetrano

    la morte di tre ragazzi è sicuramente una tragedia ma non prendiamoci in giro, non sono queste morti a fermare il processo di pace. L’unico ostacolo è la pervicace volontà dei governi israeliani di mantenere lo stato presente delle cose. Israele rimane un paese occupante che non riconosce diritti agli occupati.

  • Cristina Mattiello

    Non è questo, francamente, il commento che vorrei trovare sul sito di SEL. Rispetto per tutte le vitime di assassini, certo. E nessuna comprensione per Hamas. Ma non si può non dire che alla base del problema c’è una chiara volontà di Israele di non riconoscere la dinìgnità del popolo palestinese. Una violazione continua e gravissima dei loro diritti umani. Un solo punto: bambini arrestati e torturati in carcere, dei quali non si parla mai! Per gli israeliani è normale amministrazione. Non dovremmo mai scordarlo.

  • Guest

    A Paride, Cristina ed Alessio: SEL non ha bisogno di antisemiti. Se non vi piace questo comunicato andate ad iscrivervi a Forza Nuova. Lì troverete l’odio di cui sentite tanto il bisogno.

  • tommaso cenvinzo

    senza estremizzare troppo i concetti nell’uno e nell’altro caso, il comunicato fa riferimento al ritrovamento dei tre ragazzi israeliani rapiti nei giorni scorsi e che sono stati barbaramente uccisi, le posizioni di Sel rispetto al conflitto Israelo-Palestinese le trovate in precedenti articoli che fanno riferimento proprio alla visita che la nostra delegazione ha fatto nei mesi scorsi in Israele, in Palestina e nei territori occupati

  • Simone

    Per quale motivo accompagnare queste parole più che condivisibili alla foto di “soldati israeliani a Hebron”, piuttosto che a quella del sorriso dei tre ragazzi stessi o ad una delle tante scene di dolore e cordoglio viste ieri sera? Sfugge francamente il motivo

  • Paride Vetrano

    Mio caro Guest hai le idee un poco poco confuse ma, tranquillo posso consigliarti sia dei buoni compagni, docenti di lettere, che ti aiutino nella comprensione della difficile lingua italiana, sia dei bravi compagni psicologi che possano aiutarti ad evitare il prossimo TSO.

  • ezio

    vedo maggiore contiguita’ tra lo stato d’Israele,i coloni e forza nuova che non fra chi sostiene i Palestinesi opressi da uno stato razzista e fascista che si nasconde dietro la bandiera dell’antisemitismo. W Moni Ovadia e gli Ebrei Contro Occupazione