Commissione Ue, l’Europarlamento dice no a commissario ungherese Navracsics
La notizia della bocciatura da parte della Commissione Cultura del Parlamento Europeo della nomina a commissario per la cultura del ministro degli esteri ungherese, Tibor Navracsics, del partito Fidesz – lo stesso del premier Orban – è una buona notizia. Navracsic resterà nella Commissione ma non potrà prendere il ‘portafoglio’ su cittadinanza, giovani e cultura. Tuttavia il PE lancia un segnale forte verso quel governo definibile in tutto e per tutto fascista, e sta a dimostrare che il PE nonostante i limiti del Trattato di Lisbona, può avere spazio per indirizzare la Commissione. Spazio e poteri che andranno rafforzati ulteriormente una volta che si riaprirà la discussione sui trattati che secondo quanto deciso dal Parlamento stesso dovrà iniziare il prossimo anno.
Alla bocciatura di Navracsics potrebbe seguire quella ancor più pesante per le ripercussioni, della candidata slovena al portafoglio energetico Alenka Bratushek , dopo la pessima ‘performance’ di oggi dinnanzi alla commissione parlamentare competente. Così il neoeletto presidente della Commissione Juncker potrebbe trovarsi costretto a rimescolare le carte. Rivendicare la centralità di un Parlamento Europeo rafforzato nelle sue prerogative in un progetto di Europa federale sarà essenziale. Ciononostante pare che tutta la discussione sull’Europa sia tuttora ancorata al tema delle compatibilità finanziarie e macroeconomiche.
E di segnali verso la costruzione degli Stati Uniti d’Europa se ne sono visti pochini nel semestre italiano, che appare chiuso nella morsa dell’austerity o del suo superamento ipotetico, dimenticando che il problema europeo è un problema di deficit democratico non di bilancio. La parola dovrà passare ora all’altra politica, quella esercitats dal basso dai cittadini e cittadine d’Europa per innescare, accanto alla resistenza ed alla proposta, un autentico processo costituente. Non è un caso che la decisione della Commissione Cultura sia stata in gran parte risultato di una forte pressione dal basso di varie associazioni e movimenti europei quali European Alternatives