Con il pareggio ci perdi. Rimettiamo al centro i diritti delle persone
Con il pareggio ci perdi è la campagna a sostegno della proposta di legge d’iniziativa popolare di revisione costituzionale per cancellare l’introduzione del pareggio di bilancio nella nostra costituzione e inserire il principio che i vincoli di bilancio non possano in ogni caso violare i diritti fondamentali delle persone.
Con la prima raccolta di firme tenutasi a piazza del Pantheon a Roma il 15 ottobre la campagna è partita ufficialmente. Tra i primi firmatari Nichi Vendola, Susanna Camusso, Maurizio Landini, Stefano Fassina, Pippo Civati, i parlamentari di Sel. La campagna è sostenuta da varie associazioni, dall’Arci a Legambiente, da Antigone a Sbilanciamoci, alle associazioni degli studenti. Singoli e gruppi che disegnano un fronte ampio contrario alle politiche di austerità e disposto ad impegnarsi per rimetterne in discussione le fondamenta e svelare le false verità che continuano a prevalere nel discorso pubblico.
A cominciare da quella che attribuisce ai diktat dell’Europa la scrittura in costituzione del pareggio di bilancio. In realtà la scelta di costituzionalizzare questo principio è stata italiana, nessun trattato lo imponeva. Prova ne sia il fatto che tanti altri paesi non hanno compiuto questo passo. Quella italiana è stata una scelta scellerata, che ci ha privato di un’essenziale strumento di politica economica.
I fallimenti delle politiche di austerità sono sotto gli occhi di tutti. Il riequilibrio dei conti pubblici non solo ha avuto costo sociali altissimi ma viene in parte vanificato dalla recessione. La crisi si avvita su se stessa con effetti disastrosi.
Il cuore della campagna a sostegno di una legge che cancelli il principio del pareggio di bilancio e rimetta al centro delle politiche economiche i diritti delle persone è la messa in discussione dell’austerità, della sua ferocia, della sua indifferenza alle disuguaglianze. Un errore economico, prima ancora che politico.
Il rapporto Svimez sull’economia del mezzogiorno 2014 ci dice che nel sud Italia il Pil è crollato del 3,5%, i consumi calano del 2,4% e gli investimenti del 5,2%. Solo nell’ultimo anno le famiglie povere sono cresciute oltre due volte e mezzo.
Un crollo del sud in un panorama che registra in questi sette anni di crisi il calo del Pil nazionale di oltre dieci punti.
Sette anni che hanno cambiato non solo l’economia ma la società.
La campagna Con il pareggio ci perdi può essere l’occasione per una grande discussione pubblica e popolare sugli effetti delle politiche di austerità e sulla necessità di politiche che affrontino il nodo della disuguaglianza e creino nuovo lavoro.
Per Sel è un’occasione per costruire nei territori la “coalizione dei diritti e del lavoro”. Facciamo di ogni banchetto un’occasione di incontro e di aggregazione per rimettere al centro dell’economia le persone e loro bisogni.