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Mercoledì, 28 maggio 2014

Con quel 40% e passa di voti a Renzi, il sistema politico italiano è radicalmente mutato

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Una domanda ricorrente, in questi primi giorni di valutazione del voto europeo, riguarda i sondaggi. Perché, chiedono conduttori e giornalisti vari, c’è stato un errore così plateale di valutazione sulle previsioni relative ai risultati del M5S? Una bella domanda all’apparenza, solo che è mal posta. Quella vera è un’altra: perché è scoppiata la bolla mediatica del sorpasso impossibile? Perché la grancassa sul M5S è andata gonfiandosi via via come una fata Morgana, oltre ogni ragionevole valutazione, attribuendo a Grillo un successo da sballo, che nulla poteva far prevedere: né cifre reali fornite dai sondaggisti, a suffragare le ipotesi, né segnali concreti provenienti dalla società? Un anno e mezzo fa i segnali erano palpabili e non furono recepiti nella loro portata effettiva. Quest’anno lo erano meno e sono stati moltiplicati. La grancassa, allora, da dove ha tratto alimento? E’ nata così, per caso, per l’intreccio perverso tra il gioco mediatico, assatanato di audience, e l’agitazione visionaria del capo del M5S, assatanato di effetti shock? Oppure è il frutto di un’accurata regia, finalizzata a implementare quel clima di paura che l’invereconda campagna elettorale di Grillo aveva, già di suo, fatto scattare?

In ogni caso il grande circo politico mediatico ha contribuito a far schizzare oltre ogni ragionevole previsione l’avanzata dei nuovi giustizieri del popolo – così si sono voluti infaustamente presentare e rappresentare molti penta stellati – e Matteo Renzi ne ha tratto il massimo vantaggio. Il resto lo hanno fatto la sua abile strategia degli annunci di cose strabilianti, sempre in arrivo, mescolata all’accattivante inclinazione populista del premier. Senza dimenticare, ovviamente, la mossa vincente degli ottanta euro e òa capacità mediatica di trasformare negli ultimi giorni la paura in speranza. Un giocatore della politica abile come pochi. Chapeau.

Con quel 40% e passa di voti a Renzi, il sistema politico italiano è radicalmente mutato. Possiamo dire che siamo in un’altra fase della storia nazionale. Il principale partito sopravvissuto alle trasformazioni del passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, quello che ancora era in qualche modo segnato in filiere importanti della sua composizione umana da antiche vicende novecentesche, ha infatti subito una definitiva mutazione, che scombinerà il gioco politico più complessivo, il sistema della rappresentanza, gli assetti di poteri. La mappa dei nuovi incarichi e delle nuove nomine pubbliche già parla di suo.

La domanda che circola se abbia vinto il Pd o il partito di Renzi è dunque persino banale. Ma di banalità se ne sentono a iosa e se ne sentiranno di ogni tipo, come quella che presenta di partito di Renzi come una rediviva Democrazia Cristiana, come se le cose avvenissero a prescindere dai contesti storico sociali, dalla dimensione antropologica che accompagna i passaggi trasformativi della vicenda umana, dagli apparati di rappresentazione simbolica delle cose, dalle connessioni sentimentali e dalle mediazioni che si producono tra il popolo e i suoi riferimenti pubblici. Insomma oggi è un altro mondo, che non può trovare risposta in accostamenti superficiali come quello del risultato elettorale.

Si dice che solo la Dc arrivò al 49 %. E sembra una spiegazione. Ma i partiti “pigliatutto”(catch-all party) – leggeri e a-ideologici proprio perché “pigliatutto” – rappresentano la trasformazione già novecentesca dei grandi partiti di massa, che erano espressione di contrapposti blocchi di interessi sociali e al massimo ideologizzati, nel clima che fu per lungo tempo rovente della guerra fredda. La categoria del «partito pigliatutto» era stata già elaborata nel 1966 da Otto Kirchheimer, politologo tedesco, collaboratore della Scuola di Francoforte che già allora nei partiti di massa individuava una tendenza al distacco dalle proprie origini classiste o di annacquamento delle proprie ideologie, al fine di allargare il raggio de consenso.

“Prender voti in tutte le direzioni” è da sempre lo slogan di Renzi, e su questo va inventando la forma partito più leggera possibile, sottratta a qualsiasi struttura piramidale, articolata e complessa della tradizione novecentesca. Il che ha in sé ovviamente dei lati postivi, accattivanti, perché potenzialmente suscettibili di permettere nuove strade di più ricca partecipazione democratica e popolare. Ma Renzi ha risolto la questione della forma politica nuova nella pratica antica dell’uomo solo al comando, con smagliante ed entusiasta squadra al seguito e ferrea gestione della propria leadership. Insomma tutto l’opposto della vecchia Dc, partito novecentesco al cento per cento, di massa, pesante, ideologizzato ma con gesuitica flessibilità, contenitore di tutto ma adusato per dna alle mediazioni di ogni tipo, al proprio interno e all’esterno, per occupare il ruolo e lo spazio che le vicende storiche gli avevano attribuito.

Siamo insomma di fronte a un mutamento che già riguardava, col Pd e le avvenute trasformazioni al suo interno, un altro mondo e oggi radicalmente parla di un altro mondo. Forse ancora da capire a fondo, perché intreccia fenomeni del tutto nuovi della contemporaneità, tra cui i nuovi populismi, così uguali, così diversi. A cominciare da quel macrofenomeno che è il grillismo, che è sconfitto solo perché se l’è detto da solo ma continua a essere il secondo partito del Paese.

Commenti

  • Dario

    L’articolo è profondo e intelligente come sempre. Sa cosa farei, onorevole Deiana? Lo farei leggere al caro amico Migliore (non ho il cuore di chiamarlo compagno), che sembra avere le idee molto confuse, come sempre, sul concetto di partito di sinistra. Stavolta serve una dichiarazione ufficiale, non può Migliore, con una dichiarazione personale, da governista inciuciaro e amante delle riforme renziane, rovinare tutto il lavoro e tutta la serietà che Sel si è guadagnata. Qualcuno lo spedisca alla sede del PD in carta da regalo. Sel con la destra reazionaria di Renzi non si alleerà mai.

  • luciano li causi

    Se questo è il PD, e se questo è Renzi, bisogna allora che qualcuno avvisi Gennaro Migliore. La sua intervista a ‘Repubblica’ era desolante. Sembrava dire a tutti noi: “Beh, vi siete divertiti con la Lista Tsipras, avete preso un milione di voti, bravi, ma ora torniamo alle cose serie. Appoggiamo il governo e, in prospettiva vicina, facciamo un unico e bel contenitore PD-SEL”. Veramente desolante.

  • Volontario

    Da maggio ho aiutato la lista tsipras facendo volatinaggio, cercando di convincere la gente di sinistra a non votare i 5S, sono del piemonte e ho dovuto ingoiare il boccone amaro dell’alleanza con Chiamparino, la decisione di rimandare l’adesione al GUE, e ora dopo tutto l’impegno che ho messo mi sento dire questo da Migliore?

    Sono veramente stufo di vedere la dirigenza distruggere tutto il lavoro che noi dei circoli facciamo sul territorio, ci impegnamo per far capire di essere l’alternativa e questi signori pur di prendersi una poltrona (com’è successo in piemonte) sono disposti a distruggere un partito.

    L’unica speranza che rimane è che Fratoianni sia capace di dare un verso a sinistra a questo partito, perché se dovesse vincere la linea Migliore possiamo dire addio a Sel, per quanto mi riguarda mi rifiuto di fare la stampella a renzi, che ricordiamoci è quello del Jobs Act e del patto con Berlusconi.

  • Volontario

    E non solo Migliore, putroppo anche Vendola ormai è solo un peso, ho trovato assurdo il fatto che nel congresso nessuno abbia parlato delle sue intercettazioni con il tutto fare dei Riva, a causa sua abbiamo perso tanta di quella credibilità

  • Dario

    Bah, Vendola si è spiegato in pratica con “il fine giustifica i mezzi”, frase non macchiavelliana ma efficace, e asserendo che comunque non ha mai preso soldi né ricevuto favori (il che è chiaro), quindi per me non c’è problema se tenta di “lavorarsi” il nemico per avere meno problemi nel suo operare. Vendola serve e anzi dovrebbe essere più presente (le sue idee da comunista democratico e le sue capacità oratorie sono una risorsa enorme), ma come hai già detto bisognerebbe lasciare più spazio a giovani intelligenti e di sinistra come Fratoianni (o Furfaro, sono tanti). Il problema è, almeno per la mia opinione, solo Migliore e chi gli dà retta. Sull’adesione al GUE sono arrivate notizie contrastanti: infine tutti gli eletti della lista vi aderiranno, l’han dichiarato Barbara Spinelli e Alexis Tsipras.
    Migliore, se non chiede immeditamente scusa, va cacciato, scusate se lo dico con questa durezza, ma chi non è di sinistra o chi vuole appoggiare il PD della precarietà e dei regali ai potenti, non può far parte di Sel.

  • Volontario

    Mi si è cancellata la risposta, la riscrivo
    Vendola è indagato per concussione, in un partito come sel che punta all’onestà è un fatto gravissimo. E infatti la “debacle” delle amministrative è data proprio dal comportamento di Vendola, se si analizzano i sondaggi nel post voto del 2013 si può vedere come grazie all’opposizione al governo Letta Sel era riuscita a raggiungere il 6 e passa per cento.

    Sono comunque d’accordo sul fatto che debba essere fatto qualcosa per Migliore, un sindaco della Val di Susa è stato cacciato da sel per essere a favore della Tav, venga fatto lo stesso con Migliore, putroppo ha ceduto al fascino delle poltrone.

    Per quanto riguarda Vendola invece penso che si debba ritirare sempre di più, per lasciare il posto di rappresentante della sinistra a Fratoianni (cosa che è mancata alla lista Tsipras, la Spinellli si è trovata drammaticalmente impreparata a questo ruolo)

  • Dario

    Ma guarda, sulla concussione, se anche per assurdo Vendola fosse in malafede, saprebbe benissimo di non farla franca con la magistratura: non c’è motivo per cui avrebbe dovuto ricevere soldi. Poi vedremo. Io dico che sarà assolto. Capisco però che la cosa possa creare problemi, figurati, neanche a me entusiasma questa cosa: ma di lui mi fido, e devo fidarmi in ogni caso, sarebbe una batosta se fosse condannato.
    Aspettiamo comunque una dichiarazione ufficiale su Migliore, ma anche su tutti gli altri pronti a lasciare Sel o malcontenti di essere un partito di sinistra (circolano diversi nomi): spero non sia finita anche stavolta. Venerdì ci sarà il congresso, sarà probabilmente quello della spaccatura, temo.

  • Volontario

    Leggendo un po’ in giro mi pare di capire che la situazione è peggio del solito… Tutto si riassume su questa frase che ho letto su twitter, i voti non servono a pagare i conti, le poltrone si.

    Veramente disgustato da molti esponenti di questo partito

  • maurizio

    Sono pienamente d’accordo con te; un rospo, ogni tanto (per… giusta causa) si può anche ingoiare, ma lo stagno intero NO! Quando la smetteremo si inseguire la destra?

  • Cosimo De Nitto

    Proprio quando si affaccia la speranza per una riunificazione del popolo di sinistra, (il PD non è un partito di sinistra anche se al suo interno ci sono uomini e donne, posizioni e pensieri di sinistra sia pure in misura minoritaria e assolutamente ininfluente sulla linea nazionale del partito), proprio quando si dimostra che non c’è solo lo spazio politico per una ripresa forte della sinistra, ma c’è anche uno spazio elettorale da continuare a costruire, allargare, coltivare, le posizioni di Migliore risultano stridere col contesto e col clima di speranza di tanti uomini e donne di sinistra che quando parlano e sognano l’unità di sinistra non pensano certo al PD, semmai ad avviare la nascita di un soggetto politico che attragga ciò che di sinistra (poca in verità) è oggi nel PD. Mai come oggi non ci sono ragioni politiche per operazioni di quelle che auspica Migliore. Cosa andare a fare nel PD dove ormai siamo al pensiero unico e anche quel minimo di opposizione che c’era ha ormai chinato il capo e si è imbarcata? Vuol chinare il capo anche lui? Vuole imbarcarsi anche lui? Per piacere, siamo seri. Non spacciamo per pensiero politico operazioni di piccolo cabotaggio che con la ripresa e l’unità del popolo della sinistra in un giusto soggetto (non chiamiamolo contenitore, non è una provetta per il prelievo delle urine da analizzare) non ha niente a che spartire.
    Sono solo piccoli ragionamenti di piccoli uomini, che a livello personale forse si sono stancati a tirare la carretta ed è comprensibile umanamente, ma a livello Politico sono in assoluta contraddizione col qui ed ora, col progetto e con le condizioni per realizzarlo, con la speranza e con le condizioni concrete per realizzarla.
    E’ come quando uno ha percorso un lungo tragitto, faticoso, terribile in un tunnel e proprio quando intravede la luce della sua fine, anziché accelerare per andare verso la luce torna indietro.
    Ritengo le posizioni di Migliore sbagliate e personalmente se SEL facesse questo percorso io non ci starei.

  • Marco

    Bravo, davvero.
    hai espresso, secondo me, il pensiero della maggioranza se non addirittura di tutti coloro che si sono impegnati come volontari in questa campagna elettorale.
    Grazie per aver interpretato così bene i sentimenti di molti.
    Un saluto :-)

  • Marco

    Diamo fiducia a Nicola Fratoianni, a Marco Furfaro, a Fulvia Bandoli e a tutti i dirigenti e i parlamentari che hanno sostenuto la lista e che credono che si debba proseguire il cammino iniziato con la costituzione dell’Altra Europa.
    Restiamo uniti.
    Se qualche dirigente di Sel ritiene che sia preferibile confluire nel Pd che lo faccia.
    La base come ha già dimostrato il congresso non li seguirà.

  • Marco

    Queste è quel che oggi ha dichiarato Nicola Fratoianni in relazione alle dichiarazioni di Gennaro MIgliore:

    “Non condivido l’intervista di Gennaro Migliore apparsa oggi su Repubblica. Considero sbagliato immaginare di entrare nell’area di governo e proporre un partito unico col PD. Penso invece che dopo il risultato delle elezioni europee sia necessario avanzare una proposta politica a tutti quelli che hanno guardato alla proposta di Tsipras come ad una occasione importante per dare corpo ad una sinistra forte e innovativa, non settaria e non minoritaria. Fra l’altro considero questa opzione più utile anche alla possibilità di ricostruire in Italia quello che oggi non c’è, ovvero una alleanza per riaffermare una alternativa di governo. La mia idea resta quella. Stare in campo per giocare la partita e provare a cambiare le cose cominciando dall’Europa. Nei prossimi giorni e nella discussione dei nostri organismi dirò la mia in modo più compiuto anche perché penso che sia necessario mettere tutti e tutte nella condizione di poter partecipare alla discussione e di poter dire la propria. Abbiamo bisogno anche di prenderci cura della nostra comunità che in questi mesi ha lavorato con fatica per raggiungere un risultato che sembrava inimmaginabile. Voglio anche dire che in ogni caso apprezzo e rispetto la franchezza con cui Gennaro sostiene la sua posizione e che considero questo un passo avanti rispetto al chiacchiericcio e alla sequela di illazioni che hanno costellato (non senza danni) la campagna elettorale.”

    A me sembrano parole importanti.
    E quindi cerchiamo di non farci prendere dallo sconforto e di proseguire tutti insieme il cammino iniziato dopo l’ultimo congresso di Sel e la costituzione dell’Altra Europa.

  • Paola

    Sel continuerà ad essere un partito residuale se non definirà le sue posizioni. Ad esempio come si fa a dire di essere contro la TAV e sostenere Chiamparino in Piemonte? tanto per dirne una, ce ne sono a migliaia di situazioni come queste. Le persone non ci capiscono e ci credono ammanicati con il PD e quindi non ci votano. La linea da tenere secondo me è quella di fare come in parlamento: dovremmo stare all’opposizione, costruttiva quanto si vuole, ovunque, ed avere una nostra proposta chiara di governo di sinistra. La strada uscita dal congresso poi diceva di lavorare per una sinistra unita quindi che vada avanti l’esperienza Tsipras, che è l’unica strada da seguire. E chi vuole entrare nel PD ci vada, ma anche alla svelta, se no continuiamo a logorarci in un dibattito inutile.

  • francesco

    Una volta definita la “natura” di un governo quale espressione di interessi ben definiti, l’opposizione deve essere totale. La parola “costruttiva” è un grimaldello per politicanti malati di governismo, pronti a mettersi a disposizione del manovratore in cambio di qualche effimero riconoscimento.

  • francesco

    Quella di Gennaro Migliore è la voce di un ventriloquo, riflette il pensiero del suo mentore Nichi Vendola. Entrambi si sono ampiamente rivelati come l’espressione più disgustosa del politicantismo italiota.

  • francesco

    Ribadisco una mia convinzione.
    Quella di Gennaro Migliore è la posizione solare di buona parte del gruppo dirigente di Sel, con alla testa Nichi Vendola. Dopo l’alleanza strategica con il centrosinistra, la confluenza nel PD (prossima o di là da venire) è la logica conseguenza della scissione dal PRC operata cinque anni orsono nel nome di “una sinistra larga e moderna”. Chi vuole intendere, intenda. Un altro segnale inequivocabile è stata la dichiarazione di Vendola all’indomani dell’avvento di Renzi alla segreteria PD, nonostante il suo curriculum a dir poco imbarazzante: “Renzi interprete del nostro tempo, io inattuale”.

  • Guido

    Anni fa, anche io pensavo che si potesse produrre dentro il nostro campo politico un grande soggetto alternativo della sinistra o del popolo del centrosx, che fu, che non si prefiggesse di piantare bandierine e citare slogan legati a concetti come l’appartenenza o la tradizione perché ritenevo e ritengo tuttora siano concetti conservatori e quindi per come la penso io di destra.
    Invece nel nostro campo frammentato per dar luogo ad una falsa democrazia di pensieri diversi, ha preso piede il professionismo politico che diviene quasi sempre politicismo, tatticismo e per farla breve, gestione amministrativa del mercato capitalista. Questo oggi penso sia il tratto politico più profondo del cosiddetto renzismo. La governance come nuovo pensiero unico delle élites politiche, concetto che Michel Foucault declinava come governamentalità e che alcuni sociologi di rilievo come Marazzi e Fumagalli, da almeno un decennio la interpretano come comando biopolitico.
    Ora, aldilà del fatto che “terra di mezzo”, “staremo con Tsipras per parlare con Schulz”, “partito corsaro” e “uscire dallo sconfittismo”, non sono frasi leggere e dette così per dire, o almeno io non le ho ascoltate in questo modo, mi chiedo e chiedo: se non avessimo superato l’antidemocratico quorum a quante interviste “preassembleari” avremmo assistito? Se siamo o vogliamo essere altro, secondo me non possiamo agire come il ceto politico che contrastiamo. Ad esempio, se il gruppo parlamentare della Camera di SEL ha fatto quella magnifica lotta sulla legge elettorale, lo ha fatto per la Democrazia o per la salvaguardia di un pezzo di potere come han fatto AN, Lega e altri?
    Se un congresso non riesce a sviluppare chiarezza sulle questioni di fondo e accettare le decisioni che prende, a mio parere è finita la politica, non solo la sinistra.
    Ha ragione Fausto Bertinotti, “con Renzi la sinistra non c’è più”, sta a noi eventualmente ripensarla, agirla, e penso che le basi popolari di SEL e della lista Tsipras ci diano la possibilità per provarci.
    Le persone che abbiamo mobilitato in questi mesi potevano essere molte di più o molte di meno, le contraddizioni elettorali prima o poi danno la prova del budino, continuiamo a includere, partecipare. Nelle grandi città, dove c’è meno ignoranza di tutti i generi, i dati non dicono che c’è disillusione, anzi.
    In Italia i 15 milioni di persone che non votano, pensiamo che non lo facciano perchè?
    Un saluto speranzoso!

  • Cosimo De Nitto

    Non si capisce se l’ingresso nel PD per te sarebbe a)un grave errore politico, b) una sconsolata previsione, c) un evento auspicabile. Per me sarebbe un grave errore politico (detto ampiamente nel post), lascio agli altri la libertà di collocarsi nel punto b) o c). Io non lo prevedo e soprattutto non lo auspico. Ho tenuto a dire che non seguirei SEL nel PD, a maggior ragione in questo PD. Col PD si possono fare alleanze su contenuti e obiettivi specifici, su programmi di amministrazione negli enti locali, si potrebbe fare anche alleanza per un governo di centrosinistra purché chiara l’alternativa alla destra e alle politiche neoliberiste e finanziariste.
    Nella frase che tu citi di Vendola io ho notato una chiara ironia e autoironia. Si capiva benissimo che lui e SEL non sono per quella interpretazione della modernità. Voleva dire che se quella di Renzi è modernità, grazie “quella” modernità non ci interessa.

  • Felice

    IO avevo deciso di votare la lista anche se con molti dubbi. Le logiche spartitorie emergono anche quando è la società civile a governare. poi è uscito il pezzo sull’espresso dedicato a Smeriglio&C….
    Devo dire che è troppo
    Ma non succede mai nulla a sinistra?
    Mai uno che viene cacciato non perchè è condannabile dalla legge dello Stato, ma perché ha rotto un patto fiduciario con le idee che vorrebbe rappresentare
    Poi vi stupite di perdere 750.000 voti in un anno?
    750.000 persone che sono militanti quotidiani, non stipendiati e che mettono la loro “faccia” tutti i giorni nelle strade con la loro semplice vita fatta di disoccupazione, precarietà e lavoro da 1000 euro al mese

  • Dario

    È il contrario, Fratoianni è il “pupillo” di Vendola. Quindi se Vendola, al di là dei tentativi di unità, deve pensarla come qualcuno, la pensa come Fratoianni, non come Migliori, che è sempre stato solo di bella presenza.

  • francesco

    Caro Cosimo, l’eventuale confluenza di Sel (o di una parte di essa) nel PD, è semplicemente l’edpilogo di una farsa concepita 5 anni fa da Nichi Vendola, personaggio ambiguo e camaleontico, che cambia “visione del mondo” a seconda della convenienza momentanea. Il proposito di non farti coinvolgere in quella deriva è un titolo di merito, ma devi prendere atto che l’espressione di Vendola da me citata, non si presta ad alcun equivoco. E’ solo una tua benevole iinterpretazione. Per me resta l’uscita elegante e forbita di un trasformista di professione o, se proprio vuoi, la presa d’atto di un ex dirigente comunista che ha perso la fiducia nella possibilità di superare questa società di merda basata sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

  • Cosimo De Nitto

    A ognuno le sue interpretazioni, le sue convinzioni, i suoi giudizi, le sue scelte.

  • Daniele

    In campagna elettorale L’altra Europa con Tsipras è stata boicottata senza remissione nè ombra di dubbio. Presentavamo candidati, in molti casi quasi sconosciuti ai più. Per non parlare del candidato alla Presidenza…”un greco dal nome esotico e difficile da pronunciare”(…). Il sostegno alla lista è stato plurale, cosa che spesso ha portato, anche nel recente passato, a rovinose debacles. La coesione di L’altra Europa con Tsipras è stata, per usare un eufemismo, altalenante. Il sostegno alla Lista sincero, ma parziale. Tuttavia chi l’ha votata ha
    letto la modernità delle proposte, si è riconosciuto nelle lotte e nei punti fermi di chi non si tira indietro a domandare, e a battersi davvero per un’Europa ALTRA possibile! Ecco perchè il risultato raggiunto vale ORO ! Si è Superato, seppur d’un soffio, lo sbarramento del 4% ed eletto tre rappresentanti al Parlamento Europeo. La vittoria del Renzi-Pd è stata schiacciante e storica. E’ indiscutibile che da sempre, nel Pd, ci sono molte brave e più che compenti persone, sia fra gli elettori che fra gli amministratori. Io però ho idee e pratiche di SINISTRA, e non mi riconosco nel Pd. Adesso c’è Renzi e la sx del Pd è marginalizzata. Le riforme di Renzi non sono condivisibili (Senato svilito ed “inutile”, Riforma del lavoro liberista e peggiorativa in senso “precarizzante”con sostanziale cronicizzazione dei contratti “a termine” , “Italicum” inguardabile…) e io di Sel, sento di aver poco da spartire con queste riforme. Se G. Migliore, com’è accaduto, si esprime per
    entrare nel Pd credo sia a titolo personale e senza dubbio anche di qualche altro eletto… ho apprezzato comunque che venga allo scoperto il chiacchericcio, piuttosto che serpeggi alle spalle…. Tuttavia, occorrerebbe invece una strategia comune, e ancor più: una scelta comune e quella si produce insieme e anche dal
    basso, nelle federazioni e nei circoli territoriali. Non dobbiamo essere, nè dare l’idea di essere, un’entità permanentemente in bilico fra l’autonomia e il collo teso verso il Pd, così facendo depotenziamo ogni nostra residua energia . Occorre riuscire a smettere di vivacchiare, serve invece chiarirci, non solo in base alla situazione e alla contingenza attuale, ma soprattutto guardando seriamente alle nostre prospettive. E la Sinistra, ciò noi, non può rinunciare al suo futuro. “A me pare che Sel dovrebbe tornare alla sua vocazione originaria: essere lievito e collante, e mettersi al servizio di un percorso aperto per giungere alla fine a dar vita ad un movimento più grande e ampio e diverso da cio’ che Sel e’ oggi, è un’ occasione importante, che forse ancora abbiamo, per dare corpo ad una sinistra forte e innovativa”. Da ciò che si è capito e visto finora, credo che ai renziani, di SEL o della Sinistra, non interessi molto in quanto alleato, pensano a capitalizzare i voti ricevuti come PD. Allora noi, abbracciando il Pd, non perderemmo unicamente voti ma anche l’anima progettuale che sostiene il nostro partito. Avviamo invece una seria discussione nei Circoli territoriali e nelle assemblee, chiediamo anche, senza timore ma anche senza illusioni, a chi ha proseguito con noi la strada verso il superamento del 4% e da qui costruiamo la Sinistra Progressista ed Europea che sicuramente potrà avere maggiore influenza nello scenario politico generale, e potrà forse costringere Renzi a tenerci in
    considerazione. Io penso che ci DEVE essere un partito di SINISTRA, il Pd è un partito di centro sinistra, e le sopracitate riforme di Renzi sono, non solo a mio avviso, di destra. Quale spazio politico ha oggi la sinistra del PD ? Mi pare, da qualsiasi punto di vista la si veda: subalterno alle politiche Renziane. Perchè
    quindi aggiungerci a questa subalternità? Che senso ha? Abbiamo INVECE tanto bisogno di essere di più, di contare di più, di rafforzare o rifondare il partito, o un partito, capace di riunire coloro che sono nell’area della Sinistra, radicalmente
    riformista, fattivamente antiliberista, solidale, per il LAVORO contro il precariato!,
    implicativamente ecologista ed ambientalista, non violenta, anti-fascista, internazionalista, per i diritti civili, le parità di tutti i generi, laica e aperta, antiproibizionista, una SINISTRA costruttiva, precisa, dialogante, non settaria, nè minoritaria, tuttavia solida sui suoi punti fondanti. Quanto all”Italicum” che molti giustamente temono per il suo possibile effetto “livella” con le sue assurde
    soglie di sbarramento frutto dell’accordo Renzi-Berlusconi, non avrà solo noi come oppositori e il suo cammino anche di conformità giuridico-costituzionale non è scontato (vedi anche legge elettorale per le europee, rimandata a giudizio della Corte Costituzionale sullo sbarramento al 4%). Compagni e amici, Non
    “diamoci per renziani anzitempo”! 😉 E continuiamo con ancora più forza, com’è stata capace di fare Syriza in Grecia, a costruire solidità, militanza, progettualità, competenza… nella PRATICA QUOTIDIANA e nel cantiere della SINISTRA
    rosso-verde.

  • elettore

    Leggendo i vari commenti mi sono reso conto che sull’ILVA e su Vendola molti hanno le idee confuse.
    Basta leggersi le carte. L’accusa è di tentata concussione in concorso con altri (Nicastro, Fratoianni ecc.) nei confronti del direttore dell’ARPA PUGLIA prof. Assennato per ammorbidire i controlli punto.
    Cosa peraltro smentita dalla copiosa documentazione fornita ed allegata alla relazione sulla questione ILVA presentata in Consiglio Regionale Puglia.Quindi come per ogni cosa bisogna informarsi e non seguire i media e la “stampa” tipo bollettino delle procure. Da parecchio tempo Vendola e SEL sono sotto assedio dei media che non perdono occasione per denigrare, oppure oscurare come hanno fatto con la lista TSIPRAS (ha fatto più notizia una scorreggia di Grillo che un ragionamento di Vendola). Per quanto riguarda la lista TSIPRAS non tutti si sono impegnati a sostenerla, compreso dirigenti e deputati, forse perchè speravano che non superasse il 4%. Quindi conviene a tutti restare uniti e riscoprire lo spirito e l’entusiasmo del congresso fondativo di Firenze.
    Nichi si potrà anche defilare, ma resterà sempre una nostra bandiera.

  • Daniele

    I sondaggi sono quello che sono. Tuttavia prendiamoli con beneficio d’inventario e mi interessa particolarmente quello pubblicato dalla SWG che cerca di sondare la provenienza dei voti arrivati alla Lista L’altra Europa con Tsipras. Ebbene su ca. 1.100 (espressi in migliaia) di voti, solo 440 vengono da SEL, 200 da Azione civile, 230 dal Pd, 120 da m5s e 80 da elettori che alle politiche del 2013 si erano astenuti… posto che alle politiche 2013 fra Camera e Senato, abbiamo preso una milionata di voti e posto che di questi una parte abbia cambiato casacca (voto utile al Renzi-Pd) mancano parecchi altri voti all’appello… è possibile che siano andati sempre alla stessa meta (Renzi-Pd) riportando nel voto europeo gli strascichi di quella spaccatura che si verificò al congresso nazionale di SEL del gennaio scorso, quando il 70% ca. dei delegati scelse Tsipras [(Sinistra Europea (SE) Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica (GUE-NGL)] per le europee.

  • zosimo

    sono stato anch’io volontario e militante non tesserato, ho fatto volantinaggio, cortei, rappresentante di lista, è stata una fatica tenere in piedi questa lista composta di così tante anime, io ho una provenienza più marcatamente di sinistra, fino a pochi anni fa avevo votato per Rifondazione, ma capisco quanto sia importante l’unità a sinistra su un programma con obiettivi concreti e condivisi, metodo che ha portato Tsipras e Syriza al successo in Grecia, mi sembra che in Italia, a causa dell’autoreferenzialità e dell’attaccamento a quel micro-potere minoritario delle proprie classi dirigenti, si voglia continuare ad avere una sinistra frammentata, parcellizzata in decine di partiti e soggetti vari…mi domando quanto ci sia di incompetenza e quanto invece di malafede in tutto questo….certo che se i 3 eletti dell’Altra Europa non si iscriveranno al GUE e non faranno una battaglia dura contro l’asse PSE-PPE che ha portato l’Europa alla rovina, avranno perso tutta la loro legittimità elettorale, spero che capiscano che un ennesimo schiaffo a elettori e militanti di base sarà il colpo di grazia per la sinistra italiana….

  • John Rawls Fan

    Sulla differenza dal 2013 hanno pesato tre fattori: lo sbarramento più alto per le Europee, che ha spinto molti elettori spaventati dal PD a votare per il M5S, visto che i sondaggi davano l’Altra Europa a rischio (ed in effetti è passata per un soffio); la separazione dal PD che invece ha attratto gli elettori contrari al PD e che per questo nel 2013 non hanno votato Sel; infine il ridimensionamento dell’anti-berlusconismo che invece l’anno scorso era stato uno stimolo a votare per Sel in modo che la coalizione col PD prendesse il premio di maggioranza, chiudendo un occhio e forse tutti e due sul tradimento dei lavoratori da parte del PD

  • frazen

    Per contribuire alla riflessione degli iscritti e dei militanti invito alla lettura di un articolo che trovate sul sito Appelloalpopolo, sono le riflessioni sulle elezioni europee, è una lettura interessante,

    E a dare un ascolto a questo se riesco a farlo pubblicare

    http://www.lintellettualedissi

    salute

  • Daniele

    Aggiungerei almeno 1 elemento fondante alla tua impalcatura John: la propaganda sommamente orchestra dal RenziPd sul bonus fiscale di €80, mossa magistrale (bisogna riconoscerlo) per creare massa critica consensuale.

  • Daniele

    purtroppo il link che posti non è stato pubblicato in modo che fosse interattivo (limite di questa pagina di SEL???) per cui non si riesce ad arrivarci.

  • frazen

    Bene Daniele.
    Se ti interessa lo puoi trovare alla pagine L’intellettuale dissidente, alla sezione video,
    Intervista di Antonello Cresti a Diego Fusaro, Riflessioni sulle Europee 2014.
    buona visione.

  • John Rawls Fan

    Ahimé, è vero, c’è un quarto fattore, la comunicazione: Renzi rispetto a Bersani del 2013 è stato un mostro di comunicazione (oltre che di disonestà intellettuale, visto che tutti i suoi principali proclami sono degli specchietti per allodole). Il suo principale oppositore, Grillo, è stato invece un disastro nella comunicazione nonostante prima fosse un attore e si appoggi da anni ad un “guru” del settore; quanto a SEL, è vero che è stata boicottata dalle TV, ma, essendo ciò prevedibile, avrebbe dovuto impostare una strategia sul web che non ho visto.

    Però c’è un quinto fattore che ha giocato a favore de L’altra Europa, e mi piace pensare che abbia portato quelle migliaia di voti che hanno permesso il superamento della soglia: la qualità del programma, ricco di osservazioni e proposte ponderate e coerenti con il valore della solidarietà. E’ da lì che bisogna partire, anche come linguaggio e terminologia, per poter offrire agli Italiani una vera e credibile opposizione, che per essere tale deve essere alternativa di governo. E’ quasi superfluo aggiungere che invece salire sul carro dei vincitori, ancor più che immorale, sarebbe un suicidio.

  • Marco

    Assolutamente d’accordo Paola.

  • Marco

    Ho appena letto sull’edizione online del Manifesto un articolo secondo cui Barbara Spinelli potrebbe ripensarci e andare al parlamento europeo.
    Quindi, o Marco Furfaro o Eleonora Forenza non verrebbero eletti, e o Sel o Rifondazione non avrebbero nessun eletto a Bruxelles. Ve l’immaginate il casino?
    Che dire, speriamo che quanto viene riportato nell’articolo sia smentito gìa a partire da domani.
    Che sconforto e che tristezza.

  • Paola

    L’opposizione deve essere totale, ma se il PD propone, (faccio un esempio al limite, direi impossibile ma per capirsi) il matrimonio fra persone dello stesso sesso, che fai, perchè sei all’opposizione totale, dura e pura, non lo voti? questo io intendo per costruttiva, non voglio essere a disposizione di nessun manovratore, ma nemmeno dire no per stupido principio.

  • francesco

    Il nemico di classe non è stupido. Con il matrimonio misto ti costringe a votare anche l’acquisto degli F35, nello stesso pacchetto.Tanto per fare un esempio ipotetico.

  • Paola

    E allora, dato che anche noi si presume non si sia stupidi, non voteremo!! Se no si fa a non capirsi, e poi ci si lamenta che siamo sempre divisi…. e questo purtroppo non è un esempio ipotetico!

  • Rolando Bagnoli

    Concordo pienamente, ma come non aderiamo al GUE ma scherziamo, gli elettori vanno rispettati. Per quanto mi riguarda ho profuso un impegno senza risparmio in campagna elettorale. Se SEL non imbocca con decisione la strada di ricostruzine della sinistra, io scendo dal carro e arrivederci.
    Rolando Bagnoli iscritto a SEL dalla fondazione.