Consulta, Sinistra Italiana propone quattro nomi autorevoli e indipendenti per uscire dallo stallo
Ieri l’ennesima fumata nera in Parlamento per l’elezione dei 3 giudici di nomina parlamentare alla Consulta. Riunito in seduta congiunta, il Parlamento ha infatti tentato per la 31esima volta ad eleggere almeno uno dei candidati alla Corte Costituzionale facendo un nuovo buco nell’acqua: nessuno dei nomi proposti nella terna nata dall’accordo tra Pd, Fi e centristi ha infatti raggiunto i 570 voti necessari per passare.
Oggi si ritenta: la seduta è stata aggiornata in serata, costringendo deputati e senatori ad un tour de force che potrebbe continuare anche giovedì pomeriggio se ancora non si dovesse raggiungere il quorum. Con una novità: dalla terna di candidati si è infatti ritirato il presidente Antitrust Giovanni Pitruzzella, fermato nella sua corsa dai veti incrociati dei centristi: da una parte Ncd e Sc che lo aveva promosso, dall’altra i popolari e Centro democratico che erano stati tenuti fuori dalla scelta. “Prendo atto che non ci sono le condizioni di serenità e di contesto politico per affrontare una nuova verifica parlamentare” annuncia dopo la fumata nera. A questo punto, quindi, le carte si rimescolano in tavola.
«Per superare questo stallo che sta bloccando la Consulta è necessaria una proposta di metodo e di merito diversa rispetto a quella avanzata fino ad oggi. Non si può più giocare con la Corte Costituzionale e i partiti responsabili di questo stallo facciano un passo indietro. Occorre garantire indipendenza e qualità. La Corte non può essere il bis della Rai o di altri organismi lottizzati. Sinistra Italiana propone a tutti i gruppi parlamentari quattro nomi di figure autorevoli e non legate ad alcuna parte politica: Silvia Niccolai, Giuditta Brunelli, Federico Sorrentino, Mario Dogliani. Esponenti del costituzionalismo democratico che potrebbero essere le figure che sbloccano la situazione».
Lo afferma il capogruppo di Sinistra Italiana Arturo Scotto conversando con i cronisti a Montecitorio dopo l’ennesima fumata nera sulla Corte Costituzionale.