Contro la Fini-Giovanardi a Roma in decine di migliaia alla Marijuana March aspettando la Corte Costituzionale
Decina di migliaia alla Marijuana march di Roma. Tanti gli striscioni con lo slogan ‘Illegale è la legge, il suo costo è reale’, slogan scelto per la protesta di quest’anno e tante sigle provenienti da tutta Italia. Tra palloncini verdi, striscioni, maschere e bandiere – tutto rigorosamente a tema – percussionisti e cori, la marcia è iniziata nel primo pomeriggio a Romaper poi sfilare davanti a Regina Coeli, al ministero della Salute e a quello di Grazia e Giustizia con lo striscione di apertura dedicato a don Gallo.
Una ‘street parade’ scandita dalla musica, con camion adibiti a bar ed esibizioni di artisti di strada. «Abbiamo scelto questa data perché tra qualche giorno – mercoledì – la legge Fini-Giovanardi sarà esaminata dalla Corte Costituzionale – dice Stefano Auditore, presidente dell’associazione FreeWeed, promotrice dell’iniziativa – Ed è una legge che ha un costo altissimo: in termini di procedimenti penali, detenzioni. Il comitato, apartitico e no profit – ci tiene a sottolineare Stefano – vuole proporre un referendum abrogativo della legge. La raccolta firme – spiega – inizierà in primavera. Ne servono 500mila. Vogliamo raggiungere tutti i comuni con più di 5mila abitanti. Ci stiamo finanziando tramite la raccolta fondi online al momento».
Percorrendo il lungotevere dell’Anguillara verso Ponte Garibaldi, i manifestanti con la banda musicale hanno intonato “Bella Ciao”. Fra le sigle in testa alla manifestazione l’associazione Tilt, la Lega italiana per la lotta contro l’aids e la Comunità di San Benedetto al Pozzo. Maria Pia Pizzolante, portavoce di Tilt, spiega: «Noi siamo tra gli organizzatori della manifestazione perché pensiamo che l’abolizione della Fini-Giovanardi sia una priorità di questo Paese, così come la Bossi-Fini: due leggi vergogna che non è più possibile mantenere in vita. Nelle carceri c’è una situazione di invivibilità per il non rispetto della dignità della persona. Combattere il proibizionismo è uno degli strumenti più forti per combattere le armi che di questo vivono e proliferano, allora ci viene il dubbio che se questo non avverrà vuol dire che ci sono degli interessi nelle aule parlamentari che non sono quelli dei cittadini».
L’attenzione mediatica è stata invece catturata dalle contestazioni rivolte a Marco Pannella. La polemica con i radicali e gli organizzatori del corteo era già stata anticipata dalla decisione del Movimento Antiproibizionista di non accettare “non accettare adesioni dei Radicali né delle associazioni da loro usate come cavallo di Troia, né ovviamente, di associazioni o partiti di destra”.
Nonostante questo Marco Pannella ha fatto la apparizione e dopo uno scambio con i manifestanti che lo hanno contestato ha lasciato il corteo. E forse ha ottenuto proprio quell’attenzione mediatica che gli organizzatori non volevano.