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Mercoledì, 12 febbraio 2014

Corte Costituzionale: la Fini-Giovanardi è illegittima. Farina: ora parlamento approvi nuova legge per consumo terapeutico e ricreativo

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La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della legge Fini-Giovanardi, nella parte in cui equipara le droghe pesanti e quelle leggere. A giudizio della Consulta, la legge viola l’articolo 77 della Costituzione, che regola la conversione dei decreti legge. Dopo la bocciatura, rivive la legge Iervolino-Vassalli.

“La bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge Fini-Giovanardi è una grande emozione nel solco del vento della legalizzazione che soffia in molte parti del mondo, a partire dagli Stati Uniti d’America”.  Lo afferma il capogruppo Sel in Commissione Giustizia on. Daniele Farina, relatore delle proposte di legge di modifica del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza e primo firmatario della proposta di legge di Sel sulla regolamentazione della coltivazione domestica della cannabis presentata nel giugno del 2013.

“Aspettiamo di leggere le motivazioni della Consulta, prosegue l’esponente di Sel, ma è evidente che la sentenza di oggi avrà delle positive ricadute sul nostro sistema carcerario, già sotto pressione per via del sovraffollamento.  In 8 anni la legge Fini-Giovanardi non ha ottenuto nessun risultato apprezzabile né dal lato della lotta al crimine organizzato e né in direzione della prevenzione del consumo.  Nel mondo, conclude l’on. Farina, la tendenza è legalizzare il consumo e la vendita, sia per fini terapeutici che ricreativi. L’Italia non perda anche questo treno e si approvi al più presto la modifica del Testo Unico sugli stupefacenti che, anche nella rivivente Jervolino-Vassalli, appare totalmente inadeguato. E’ possibile ora varare una normativa di reale contrasto al narcotraffico e alle organizzazioni criminali e non, come avvenuto in questi ultimi otto anni, avvantaggiarle con una legge palesemente sbagliata”.

Contattato immediatamente dall’Adnkronos, il senatore di Ncd Carlo Giovanardi ha detto di non aver “nessun commento finché non vedo, con i nostri consulenti giuridici, cosa la Consulta ha cassato esattamente”.

Per Giovanni Serpelloni, capo Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio, è necessario rispettare la decisione della Corte “ma bisognerà anche comprendere quali saranno le ricadute in termini di programmazione e gli impatti sanitari sulla salute pubblica di un ritorno al passato di questo tipo”. E aggiunge: “La legge Iervolino-Vassalli è stata fatta in un periodo in cui c’erano certi tipi di droga che non esistono praticamente più, in cui la percentuale di Thc nella cannabis era del 5% mentre ora siamo arrivati fino al 55%”.

Nella nota della Consulta, si legge, “l’illegittimità costituzionale” è stata dichiarata “per violazione dell’art. 77, secondo comma, della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti-legge, degli artt. 4-bis e 4-vicies ter del d.l. 30 dicembre 2005, n. 272, come convertito con modificazioni dall’art. 1 della legge 21 febbraio 2006, n. 49, così rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime agli articoli 73, 13 e 14 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico in materia di stupefacenti)”.

La decisione della Consulta avrà effetto, secondo le prime stime, su circa 10mila detenuti. Questa la previsione ribadita oggi dal presidente della «società della ragione», Stefano Anastasia, che già martedì, al termine dell’udienza pubblica alla Corte, aveva rilevato che la platea di detenuti interessati era di circa 10mila persone, tra detenuti in attesa di giudizio e condannati in via definitiva. Questi ultimi, in particolare, potranno chiedere un incidente di esecuzione per la rideterminazione della pena.

Commenti

  • claudion

    Non mi piace quando a firmare un articolo è la redazione, questo inibisce la discussione, come sempre quando l'”altro” è una entità sconosciuta. Per questo parlo con il compagno Daniele dandoti del tu come si conviene tra iscritti a Sel.
    Daniele per favore non definirlo uso “ricreativo” ma più propriamente “ludico” perché è giusto parlare di diritto al gioco, quel delizioso gioco, a cui tutti abbiamo diritto senza vergogna, che viene fuori ogni volta che fai due tiri che ti riportano alla condizione di percezione profonda senza l’ottundimento dei peggiori cannoni e che ti permettono di serrare un bullone con la stessa attenzione e compiacimento di quando accarezzi la tua donna, o di percepire il viaggiare di un singolo elettrone lungo il cavo che lo porterà a partecipare al miracolo della lampadina che si accende e illumina la tua giornata oppure di intuire come mai potresti quale è il punto in cui il circuito è interrotto….E inoltre l’abolizione della fini giovanardi NON è “è una grande emozione nel solco del vento della legalizzazione che soffia in molte parti del mondo, a partire dagli Stati Uniti d’America”, chi ti può capire se parli cosi? L’abolizione della fini giovanardi è un atto di giustizia nei confronti del comportamento fascista di chi fa le leggi truccate violando la costituzione, ed è una grossa occasione per rimettere in discussione il significato di “droga” una discussione che il Parlamento dovrebbe affrontare sulla base di studi scientifici e non sulla base di interessi lobbistici e mafiosi. In particolar modo penso che non dobbiamo assolutamente perdere nessuna occasione per evidenziare che insieme al discorso sul principio attivo thc vada evidenziato quali siano gli effetti collaterali della distruzione,non casuale ma finalizzata, di tutte le coltivazioni di canapa dalla quale si ricavano almeno una ventina di prodotti reali in grado di sostituire altrettanti prodotti chimici o materie prime che noi importiamo con grave danno per la nostra economia, prime tra le quali la cellulosa ed i biocarburanti ,. Il proibizionismo sulla canapa è un bel regalo alle mafie ma anche alle multinazionali del petrolio ( o se vogliamo usare un eufemismo “delle fonti di energia non rinnovabili) e dei “distruggitori di forreste” altra mafia trasversale e multinazionale. Coltivare canapa al fine di creare una filiera produttiva che parte dal sistemazione idrogeologica delle terre agricole pubbliche o meno che esse siano sina alla produzione di carta, biocombustibili a ciclo breve, o materie plastiche ecologicamente compatibili, tessuti di ogni tipologia materiali per la bioedilizia e tante altre cose porterebbe ad una “produzione ecologica” di decine di migliaia di posti di lavoro agricolo ed industriale con grande beneficio dell’intera economia nostrana. E se alla fine di tutto questo gran lavoro ci facciamo pure una canna…..che male c’è? :-) Non perdiamo l’occasione!

  • alberto ferrari

    Scusate, ma cosa significa uso ricreativo o ludico. Perché non assimilarla al tabacco e all’alcool? E come per tutte le sostanze che ad alte dosi e/o concentrazione possono risultare molto dannose per se e per gli altri, vietarne la produzione e commercializzazione libera ma vincolarla ad una produzione regolamentata e a una vendita controllata( tabaccai e/o farmacie) con la dizione che può nuocere gravemente alla salute con una campagna altrettanto forte come per il tabacco e l’alcol. E come per quest’ultimo considerare che il suo abuso in attività potenzialmente pericolose, come la guida di automezzi, è sanzionabile e costituisce aggravante in caso di incidente. Insomma puntare non alla repressione ma all’educazione perché se un bicchiere o una sigaretta può essere piacevole, l’abuso può essere di danno grave a se stessi ma soprattutto agli altri.