Cota finalmente firma il decreto che ci porterà alle elezioni il 25 maggio: adesso può andare ufficialmente a casa
Cota ha firmato, adesso è ufficiale: il 25 maggio se ne andrà definitivamente a casa. Finalmente il peggior Presidente che la Regione Piemonte abbia mai avuto si è deciso ad assecondare il decreto di legge che fissa le elezioni in concomitanza con le Europee e le Comunali permettendo alle casse regionali un risparmio che altrimenti non ci sarebbe stato. L’unico rammarico è che anche l’ultimo atto del leghista non sia una mossa spontanea, ma spintanea delineando il poco interesse che ha per i piemontesi e il molto interesse che ha per se stesso.
È stata definita anche la ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni piemontesi: 40 seggi saranno assegnati in modo proporzionale, mentre i restanti 10 seguendo il sistema maggioritario. È evidente come alcune province siano sottorapresentate dalle tabelle allegate al decreto stesso: Alessandria avrà 4 seggi, Asti 2, Biella 2, Cuneo 5, Novara 3, Torino 21, VCO 1, Vercelli 2. Questo pasticcio è il risultato della politica dell’immobilismo che alcuni partiti hanno voluto tenere in relazione alla modifica della legge elettorale regionale: è diminuito il numero dei consiglieri regionali, ma il numero di eletti tramite il listino non è calato. Una evidente sottrazione ai territori a beneficio dei partiti. Se le nostre perplessità sui listini previsti dalla legge elettorale nazionale erano fondate (in quel caso i nominati sarebbero 6), pensate su un listino di 10 consiglieri che rappresenteranno il 20% degli eletti.
Senza parlare della solita questione della parità di genere che noi portiamo avanti da anni e che in molti stanno scoprendo solo in questi giorni dando vita a un dibattito che mette in evidenza le contraddizioni di chi si dice portatore delle pari opportunità, ma che nei fatti discrimina le donne e affossa le preferenze.
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