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Venerdì, 14 novembre 2014

Da Milano un messaggio al Governo: la partita non è chiusa. Vendola: daremo battaglia in parlamento

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Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, e quello della Cgil, Susanna Camusso, hanno aperto il corteo della Fiom partito da Porta Venezia. Con loro, fra gli altri, anche Nichi Vendola, leader di Sel. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, all’arrivo alla manifestazione Camusso e Landini si sono salutati con un abbraccio.

«Questa piazza non è solo quella della rivendicazione dei diritti nel mondo del lavoro, ma un presidio della democrazia», ha detto Vendola in una piazza Duomo gremita da migliaia di persone.«Dove altro potrei stare? Se muore questa piazza, se il governo e la politica non ascoltano il grido di colare sociale che qui si alza, poi arrivano i forconi e il ribellismo disperato».

«Questa piazza – ho proseguito il leader di Sel – serve a tutelare la civiltà del lavoro. Siamo al settimo anno di crisi economic e sociale l’Italia permane dentro una condizione drammatica, e la recessione significa un impoverimento reale per milioni di famiglie dei ceti medi e popolari. E a fronte di questa condizione del paese che si schianta e che viene seppellito dal fango, abbiamo un governo che risponde con lo SbloccaCemento, con una manovra di bilancio che uccide il welfare che abbiamo conosciuto, togliendo ai comuni e alle regioni le risorse per alimentare i servizi sociali, il trasposto pubblico locale. l’organizzazione del sistema sanitario. E per aprire al mercato si tolgono i diritti. Il jobs Act non è la risposta per combattere la crisi, servono una politica per creare lavoro nel paese e una politica industriale che non ci sono.  Per noi – insiste Vendola – non ci sono pannicelli caldi che possono migliorare quel provvedimento la battaglia parlamentare che condurremo nei prossimi giorni sarà in questa direzione. Anche il governo ha una occasione per cambiare verso».

Il segretario della Fiom dal palco del Duomo ribadisce: «Non ci fermiamo, andiamo fino in fondo. La mediazione sul jobs act è una presa in giro». «Vogliamo che gli 80 euro di Renzi vengano estesi a tutti, ma lo ringraziamo perchè ci servono a scioperare contro di lui, per contestare le politiche che sta sbagliando» ha detto dal palco Maurizio Landini. Dopo aver ribadito che «qualcuno frequenta persone che spendono mille euro per una cena perde il senso della realtà.  E gli dobbiamo dire che a noi i mille euro servono per campare un mese», Landini ha spiegato che «le persone che hanno scioperato oggi hanno rinunciato allo stipendio, lo sciopero costa e noi difendiamo anche i diritti di quelli che non scioperano».

Per la segretaria della Cgil Camusso: «Jobs act? La partita non è chiusa» e boccia la mediazione raggiunta ieri all’interno del Pd sul Jobs Act. Dalla testa del corteo di Milano, in occasione dello sciopero, ha affermato: «Non ci pare che quella mediazione sia una risposta per mantenere la difesa dei diritti che noi facciamo. La partita non è chiusa».

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