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Venerdì, 1 agosto 2014

Dalla Emilia Romagna una legge regionale a sostegno delle produzioni cinematografiche

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Quattro anni fa, all’inizio del mio mandato, in un incontro con tutti gli operatori del settore, assunsi l’impegno di istituire anche in Emilia Romagna un Film Fund, da anni richiesto a gran voce. E’ un motivo di particolare soddisfazione essere arrivato alla conclusione della legislatura proprio ottemperando a questo impegno con l’approvazione della legge che lo istituisce, allargando in modo ambizioso i suoi orizzonti ed obiettivi. La legge è stata costruita attraverso un lungo lavoro partecipato dagli operatori e dalle associazioni del settore e con la realizzazione di una rete fra quattro assessorati regionali ( Cultura, Attività Produttive, Turismo, Lavoro e Formazione) che si basa sull’idea di valorizzare e sostenere tutta la filiera produttiva del settore creando un vero e proprio “distretto diffuso” sul tutto il territorio regionale.

Pur non essendo paragonabile, in termini di addetti e fatturato, a quella del Lazio o della Lombardia, la filiera produttiva del settore ha già oggi una sua presenza importante in Emilia-Romagna, con eccellenze di tutto rispetto: circa 3.800 addetti e 800 unità locali di imprese, come rilevato da una recente ricerca realizzata dalla Fondazione Rosselli. I due dati posizionano la Regione al quarto posto nella graduatoria nazionale per numero di imprese, al quinto per numero di occupati e al sesto per valore aggiunto prodotto. Si tratta per lo più di piccole aziende, con un numero di addetti che è circa la metà della media nazionale.

L’Emilia-Romagna, che può anche contare su una delle reti di sale cinematografiche più efficienti d’Italia, ha provveduto a dar seguito alle indicazioni ministeriali dotandosi di una legge che disciplina la diffusione dell’esercizio cinematografico a livello regionale (L.R. 12/2006). Nel corso degli ultimi due anni ha, inoltre, contribuito in maniera determinante (con 4 milioni di euro) a sostenere la digitalizzazione dei sistemi di proiezione delle sale stesse, aprendo la strada a nuove possibilità di diffusione dei prodotti culturali.

I principali obiettivi della nuova legge “Norme in materia di cinema e audiovisivo”, approvata dall’ultima Assemblea legislativa utile, il 22 luglio scorso, con il voto praticamente unanime (solo due astensioni) dell’Aula, sono riassumibili in quattro punti:

1) sostegno alla crescita e al rafforzamento competitivo del settore multimediale, con lo sviluppo dell’imprenditorialità, in particolare giovanile, lungo tutta la filiera produttiva, attraverso la formazione professionale di addetti funzionali allo sviluppo del settore e anche con l’apporto di nuovi modelli e concetti di impresa. Importante sostegno anche alla ricerca, all’innovazione tecnologica, con l’utilizzo delle tecnologie digitali a supporto dei processi creativi, della produzione, distribuzione e conservazione dei contenuti e delle opere. Il sostegno della Regione andrà anche ad attrarre investimenti produttivi per l’insediamento di imprese e all’offerta di nuove opportunità occupazionali e professionali ed infine alla promozione internazionale e allo sviluppo di partenariati internazionali;

2) promozione e sostegno di rassegne, festival e altri eventi, in grado ad accrescere e qualificare la conoscenza e la capacità critica da parte del pubblico. Si rafforzerà l’impegno volto alla ricerca ma anche alla raccolta, la catalogazione, la conservazione e la valorizzazione della documentazione cinematografica e audiovisiva che vede nella Cineteca di Bologna un’esperienza d’eccellenza riconosciuta internazionalmente. Non manca il sostegno a progetti di alfabetizzazione del pubblico e alla diffusione di opere cinematografiche e audiovisive di particolare interesse culturale e di interesse regionale;

3) supporto all’esercizio cinematografico, con l’obiettivo di qualificare e diversificare l’offerta. Per favorire la funzione di aggregazione sociale esercitata dalle sale cinematografiche, in particolare nei centri storici e nelle aree svantaggiate, sostenendo specifici progetti volti a migliorare, accrescere e diversificare l’offerta di servizi e di produzioni culturali, nell’ambito della programmazione cinematografica. Questo impegno si affiancherà a quanto la Regione Emilia-Romagna già fa in sostegno delle sale d’essai, riconosciute ai sensi della normativa statale, ed i circuiti relativi al piccolo esercizio cinematografico;

4) ruolo fondamentale per la gestione e il coordinamento degli interventi avrà l’Emilia–Romagna Film Commission a cui è affidato il compito di attrarre le produzioni cinematografiche e audiovisive nazionali e straniere, con l’offerta di servizi di supporto e facilitazioni logistiche e organizzative, in collaborazione con gli enti locali e i soggetti pubblici e privati del territorio. Si occupa inoltre di promozione e strategie di comunicazione riguardanti il territorio regionale e di iniziative per la promozione degli autori e della produzione cinematografica e audiovisiva, con particolare attenzione ai giovani.

La legge sarà sostenuta con 2 milioni e mezzo circa di euro all’anno: poco più di un milione di euro già oggi destinati al settore da altri capitoli di bilancio; da risorse conferite alla Regione dallo Stato e dall’Unione Europea dalla nuova programmazione 2014-2020 (circa 1 milione di euro l’anno per 6 anni, grazie ai fondi strutturali Fesr delle Attività Produttive, e altre risorse dai fondi Fse della Formazione professionale e dai programmi Media del Creative Europe).

In questi anni mi sono battuto in tutte le sedi per affermare il valore dell’impresa culturale e creativa in termini economici e occupazionali. L’industria creativa e culturale è già una realtà importante in Emilia-Romagna. Corrisponde al 5% del prodotto interno lordo, con 78 mila addetti e 32 mila imprese ( secondo una ricerca dell’Ervet del 2012).

Dobbiamo ripensare i tratti identitari di questa regione e delle esperienze di governo che l’hanno guidata reindirizzando il nostro sviluppo principalmente verso tre direttrici che da tempo, in Europa, vengono indicate come le strade maestre per uscire in avanti dalla crisi, abbandonando l’illusione di potere ripristinare gli indici di crescita e occupazionali precedenti alla crisi: l’economia dell’ambiente (green economy); l’economia della salute e del welfare; l’economia della conoscenza, all’interno della quale svolgono un ruolo determinante l’innovazione, la cultura e le industrie della creatività.

I programmi europei 2014-2020 rappresentano una straordinaria opportunità, da cogliere appieno, per reperire le risorse necessarie da investire in tale direzione, in modo coordinato e strategico. La Legge 20/14 sulla filiera produttiva del cinema e dell’audiovisivo rappresenta un paradigma, un esempio di come si possa lavorare in questa direzione con una logica di rete fra diversi assessorati.

*Assessore Cultura, Sport Regione Emilia-Romagna

 

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