Debito Grecia, l’Italia da che parte sta nel Fondo Monetrario internazionale?
Si riapre oggi il confronto serrato tra ministri dell’Eurozona, tra cui l’Italia, e la Grecia per venire a capo della trattativa sul debito greco. La notizia di ieri è la posizione durissima del Fondo Monetario Internazionale per bocca di Christine Lagarde, che chiede più sacrifici alla Grecia, taglio delle pensioni, riduzione ulteriore della spesa pubblica come condizione per sbloccare l’ultima tanche del pacchetto di “salvataggio” di 7,2 miliardi di euro necessari per permettere di ripagare a scadenza un prestito di 1,5 miliardi di euro del FMI. Secondo gli osservatori la riunione di oggi si concluderà con un nulla di fatto e la scadenza del 30 giugno si avvicina.
C’è un punto che solleva un interrogativo rispetto alle politiche dell’FMI ed ai meccanismi di rappresentanza e mandato propri del Fondo. Ovvero, Christine Lagarde dovrebbe rispondere al Board del FMI, dove siede anche il direttore esecutivo italiano, Carlo Cottarelli, che nel Board rappresenta pure la Grecia ed altri paesi. E’ una questione annosa: nel board del FMI vige il principio un dollaro un voto, quindi chi ha quote inferiori di partecipazione conta di meno. I paesi più ricchi hanno più voce in capitolo mentre l’Italia rappresenta una “constituency” plurale, con Grecia (il vice direttore esecutivo dell’ufficio italiano non a caso è greco, Thanos Catsambas), Portogallo, Malta, San Marino ed Albania.
Allora di cosa stiamo parlando, di schizofrenia o di un problema assai serio? Se il nostro direttore prende direttive dal MEF, e dovrebbe rappresentare pure la Grecia ed il suo governo, quale posizione ha rappresentato? Quella in sostegno alla Lagarde o anche gli interessi della Grecia? E perché il Parlamento non ha avuto la possibilità di dire la sua visto che di volta in volta gli viene richiesto di rifinanziare l’FMI con i cosiddetti Diritti Speciali di Prelievo, ossia con fondi del pubblico contribuente?
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nino