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Venerdì, 16 maggio 2014

Decreto Casa, caos alla Camera: il governo va sotto tre volte. Si torna in aula lunedì. Sel: No alle deroghe sugli appalti e sui servizi dell’Expo

«Nel Decreto Casa sono state inserite nuove deroghe per l’EXPO e alcune norme di modifica del Codice degli appalti. Il solito metodo di intervenire episodico e disorganico ma, soprattutto, una sottrazione di tutele e legalità. I recenti fatti non hanno insegnato proprio nulla». Così la deputata di Sel Serena Pellegrino, componente della commissione Ambiente, commenta il decreto Casa all’esame dell’Aula di Montecitorio.

«Sull’EXPO il decreto sancisce la possibilità di attingere, oltre che alle risorse pubbliche, anche a quelle della città e del territorio, ai proventi dalle concessioni edilizie, e di derogare sistematicamente dalle regole della direttiva comunitaria sugli appalti e sui servizi. Questo significa rendere legale ogni tipo di violazione e mancanza di regole. Non solo, questa ennesima normativa è veramente imbarazzante poiché se si somma alle deroghe al codice degli appalti la proposta, già licenziata dal Consiglio dei Ministri, sulla possibile cancellazione dell’obbligo per le imprese d’iscrizione alle Camere di Commercio (enti che non partecipano alla formazione del bilancio dello Stato e quindi non prendono finanziamenti pubblici) si delinea una sottrazione di regole che equivale a una sottrazione di tutele di democrazia, trasparenza e legalità. Sel considera queste norme assolutamente sbagliate e pericolose e per questo e’ impegnata a correggere le modifiche peggiorative introdotte dal Senato», conclude la deputata di Sel Serena Pellegrino.

Ma i giochi non sono fatti. Infatti a Montecitorio dove il decreto deve essere votato entro il 27 maggio pena la sua decadenza, scoppia il caos. Per tre volte viene a mancare il numero legale nella votazione sullo stop anticipato alla discussione generale richiesta dal Pd.

La prima volta sono mancati 7 voti e la seduta è stata sospesa. Alla ripresa, poco dopo le 17, alla maggioranza è andata addirittura peggio: il numero legale è mancato per 17 deputati. A norma di regolamento, il vicepresidente Luigi Di Maio ha aggiornato la votazione alle 18,10. Ma, ancora una volta, il numero legale non è stato raggiunto per 10 voti. Quarto rinvio di un’ora, nel frattempo è stata convocata la conferenza dei capigruppo, con l’obiettivo di decidere il calendario dei lavori per le votazioni del Dl Casa.

Il Pd ha richiesto di interrompere la discussione generale sul decreto, prodromica all’apposizione della fiducia sul provvedimento, quando gli iscritti a parlare erano ancora un’ottantina e circa 200 emendamenti presentati. Cogliendo le assenze tra i banchi dei deputati Pd e quelli di Forza Italia dopo la prima votazione, Movimento 5 stelle e Sel non sono più rientrati in aula in modo da far mancare ancora il numero legale.

E adesso il dl Casa, licenziato dal Senato due giorni fa, rischia seriamente di decadere visto che il provvedimento, che include il mercato edilizio e l’Expo, “scade” il 27 maggio. Un pericolo concreto, visto che, all’appello mancherebbero almeno una settantina di deputati della maggioranza per far tornare i conti e consentire all’aula di riprendere i lavori.

La riunione dei capigruppo pone fine alla giornata convocando la Camera per lunedì 19 maggio. Saranno molti i deputati della maggioranza partiti troppo in fretta che dovranno rientrare di gran carriera. La Camera infatti aveva deciso di sospendere l’attività per l’ultima settimana di campagna elettorale.

 

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