Delegazione di Sel al Quirinale. Vendola: Basta colpi di mano il governo rispetti il Parlamento
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«Abbiamo rappresentato al presidente Mattarella la preoccupazione che si possa governare con colpi di mano, con accelerazioni che imbavagliano il Parlamento umiliandolo». Così il leader di Sel, Nichi Vendola, al termine dell’incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale. Insieme a Vendola il capogruppo alla Camera Arturo Scotto e Loredana De Petris capogruppo Senato. «Il Parlamento non può essere ridotto a rango di votificio», ha aggiunto. «Renzi dovrebbe rivolgersi con più rispetto a chi siede in Parlamento, anche a una piccola forza come Sel», ha sottolineato Vendola.
«Sel si batte con orgoglio per le proprie idee. Ogni volta che Renzi dice ‘una parte di Sel’ fa inquinamento della dialettica democratica”. Cosi’ il leader di Sel facendo riferimento a quanto detto ieri dal premier per il quale ‘una parte di Sel racconta che va tutto male’. «Vogliamo serietà da parte del Governo e lo abbiamo detto anche al capo dello Stato Sergio Mattarella».
«Non ci è piaciuto il clima di goliardia nel corso del voto sulle riforme costituzionali. Chiediamo al governo di ripristinare condizioni civili di vita parlamentare», continua Vendola. Il leader di Sel, che ringrazia il presidente della Repubblica per l’ascolto. Vendola conclude: «Il mix tra decretazione d’urgenza e ingerenza del voto di fiducia è già la rappresentazione di un Parlamento umiliato, se questo diventa ordinario e riguarda le riforme costituzionali allora siamo già di fronte a un vulnus».
Oltre alla questione delle riforme, ha spiegato il leader di Sel, Nichi Vendola, a conclusione dell’incontro, «abbiamo sottolineato al presidente della Repubblica il nostro imbarazzo per le dichiarazioni improvvide (di alcuni ministri, ndr) su una questione drammatica come la guerra».
«L’Isis è una minaccia assoluta – ha proseguito Vendola – occorre che le organizzazioni internazionali possano analizzare attentamente la situazione. La cosa che non possiamo fare è affrontare questa minaccia con improvvisazione e imprudenza, come si è visto nelle parole di chi sembrava che volesse dichiarare una guerra lampo alla Libia».
Commenti
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massimo gaspari
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Giovanni Strippoli