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Mercoledì, 25 novembre 2015

Discarica di Bussi, il sindaco querela la consigliera Del Rossi e il coordinatore di Sel Licheri

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Che il fiume Pescara e il territorio compreso tra esso e il Tirino fossero diventati un “pozzo dei veleni” è noto al Corpo Forestale dello Stato sin dalle indagini svolte nel 2007 quando per la prima volta si scoprì l’inquinamento della falda acquifera superficiale e profonda, con sostanze cancerogene, diossina e contaminanti che “superano i limiti di legge di centinaia di migliaia di volte” come riportato nel report del Corpo stesso.

Si parlò di discarica più grande d’Europa, 20 campi da calcio contenenti 500 mila tonnellate di rifiuti. Nel registro degli inquirenti finirono nel 2007 19 persone tra cui i dirigenti della società oggi Solvay di gestione del sito industriale e 8 dirigenti della società gestori dell’Acqua in Abruzzo (Ato, Aca) accusati di commercio di sostanze contraffatte e di turbata libertà degli incanti.

Nella discarica di Bussi sarebbero state smaltite illegalmente oltre centomila tonnellate di scarti di lavorazione chimica ed industriale del colosso della chimica Madison che si estende nel territorio sopraindicato per 17 ettari. Il danno ambientale stimato dall’Ispra si aggirerebbe sugli 8,5 miliardi di euro poiché la contaminazione tenuta in conto dagli esperti è quella sia dei circa 2 milioni di metri cubi di terreno sia quella dell’acqua. Contaminazione che ancora nel 2012 faceva registrare dati allarmanti come la concentrazione di piombo superiore di 61 volte il limite consentito e quella di mercurio superiore di 2100 volte.

Purtroppo, ovviamente, nell’area si registra un’anomalia riguardante la percentuale di tumori, specialmente urologici, rispetto al livello regionale. Ancora oggi l’area risulta non bonificata e per questo, nonostante la chiusura dei pozzi contaminati, le acque del fiume Pescara continuano ad essere pericolosamente inquinate.

Sinistra Ecologia Libertà Abruzzo è da sempre attenta a questa tematica così delicata sia dal punto di vista ambientale sia dal punto di vista del lavoro concentrando specialmente sulla discussione riguardante una possibile reindustrializzazione del sito industriale.

Il dibattito, acceso da mesi, è diventato molto aspro negli scorsi giorni quando il Sindaco di Bussi sul Tirino, Salvatore La Gatta, ha fatto recapitare una querela per diffamazione alla Consigliera Comunale Sonia Del Rossi di “Uniti a Sinistra”, a Daniele Licheri (Coordinatore Provinciale di Sel Pescara) e a Pierpaolo di Brigida (Segretario Provinciale Pdci) dopo lo svolgimento del Consiglio Comunale dello scorso 18 luglio. Oggetto del Consiglio di allora furono le dichiarazioni del Sindaco circa un possibile ed immediato abbandono della società Solvay dall’area di riferimento se non si fosse arrivato al voto di un accordo di programma che aveva come perno l’acquisizione della stessa da parte del Comune. Dichiarazioni che la Consigliera insieme a Daniele Licheri (Coord. Provinciale di Sel), Tommaso Di Febo (Coord. Regionale di Sel) e Pierpaolo Di Brigida (Segretario Provinciale PDCI Pescara), ritenendole false, non tardarono di dichiararlo pubblicamente.

«Rispetto alle querele, la situazione è grave ma non è seria, parafrasando un celebre mio concittadino, Ennio Flaiano» commenta Daniele Licheri.  «Tutta la vicenda di Bussi è esemplare, purtroppo in senso negativo, rispetto ai punti su cui una nuova sinistra deve necessariamente rinascere: il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Entrambi violati in modo violento da anni di inquinamento clandestino e di errori di programmazione economica: entrambi figli di una politica subalterna ai poteri economici. Ora a Bussi e in tutta la Val Pescara, ci troviamo con una grave crisi occupazionale e con un enorme mostro con cui combattere, l’area da bonificare. Questo interroga la politica che per troppo tempo è stata cieca, muta e sorda, incapace di immaginare e costruire un futuro per il proprio territorio e per i suoi cittadini. Da anni ci battiamo per dire “chi ha preso oggi deve restituire al territorio” e non solo i cocci. Il Sindaco dovrebbe capire che si è arroccato dentro il Comune come fosse l’ultimo giapponese che difende un’isola abbandonata. Deve immediatamente riaprire un dialogo costruttivo con sindacati, movimenti ambientalisti e la Regione. Una situazione cosi delicata da gestire per l’Abruzzo ha bisogno della generosità di tutti. Se cosi non fosse a pagare saranno soprattutto i cittadini che dovrebbe rappresentare».

Marco Furfaro, Responsabile ambiente nazionale di SEL, si schiera a fianco del suo Coordinatore provinciale: «Non fa parte della nostra cultura politica attaccare senza motivazioni. Il clima di tensione che ha esasperato i nostri esponenti negli ultimi mesi poteva e doveva essere risolto diversamente dal primo cittadino che invece ha pensato bene di querelare tutti coloro che gli stavano facendo battaglia politica non appena presentatasi l’occasione. Speriamo che il Sindaco La Gatta si accorga della gravità della situazione e che cerchi di ricostruire un dialogo costruttivo e democratico con noi e l’opposizione al più presto, ritirando le querele immediatamente, e ponendo fine a questo inutile nervosismo. Stiamo perdendo tempo in una futile diatriba ma fuori le persone che vivono in Val Pescara si ammalano di tumore ogni giorno. A Daniele e agli altri querelati va la mia stima e la mia solidarietà, non saranno le querele a fermare le loro parole, perché sono pure le nostre. Se il sindaco non comincia a parlare di politica e a risolvere i problemi anziché provare a portarli in tribunale, finirà che dovrà querelarci tutti».

 

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