Disoccupazione un’altro record: oltre il 13%. Uras: siamo sull’orlo del baratro. O si cambia o si precipita
Il tasso di disoccupazione ad ottobre è pari al 13,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,0 punti nei dodici mesi. Lo comunica l’Istat nelle stime dei dati provvisori. Si tratta del massimo storico, il valore più alto sia dall’inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, ovvero dal 1977 (ben 37 anni fa).
Il tasso di disoccupazione sorpassa così la soglia del 13%, a settembre infatti si era fermato al 12,9% (dato rivisto dall’Istat, rispetto al 12,6 precedentemente comunicato). Nel dettaglio, il tasso di disoccupazione maschile risulta pari al 12,4% (+0,3 punti percentuali su base mensile e +0,9 punti nei dodici mesi); quello femminile raggiunge invece il 14,3% (+0,3 punti rispetto al mese precedente e +1,1 punti su base annua). Il nuovo aumento della disoccupazione, che si aggiunge a quello di settembre, deriva, nell’ultimo mese, da un calo dell’occupazione a cui si associa una diminuzione dell’inattività, ovvero del tasso di persone ‘fuori dal mercato del lavoro’, che né hanno né cercano un impiego. Il riversamento degli inattivi nel mercato ha così contribuito ad un innalzamento della disoccupazione: questo perché chi è entrato non ha trovato ancora un ‘posto’.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ad ottobre è pari al 43,3%, in aumento di 0,6 punti percentuali sul mese precedente e di 1,9 punti su base annua. I giovani under 25 in cerca di lavoro raggiungono così quota 708 mila.
«La disoccupazione continua ad aumentare, siamo alla devastazione del mercato del lavoro, alla tragica disoccupazione di massa». Lo ha detto il senatore Luciano Uras, capogruppo di SEL in commissione Bilancio, che ha aggiunto: «Ma il dato che preoccupa di più non e il 13,2% della disoccupazione nazionale o i 55mila occupati in meno, frutto delle ormai croniche politiche economiche recessive delle fallimentari ideologie liberiste. Quello che ci allarma di più è che tutto ciò avvenga mentre si discute un insieme di norme (Jobs Act) che sono espressione della medesima ideologia e quindi destinate ad aggravare lo stato della disoccupazione del nostro paese».
«Profondamente tragica – ha proseguito l’esponente di SEL – è ancora di più la situazione del Mezzogiorno dove si registrano tassi di disoccupazione tutti mediamente del 20%, dal 19.1% della Sardegna al 21,2% della Sicilia, dove è anche più elevato l’incremento del numero assoluta dei cerca lavoro, (in Sardegna, nel terzo trimestre del 2014, ci sono 129mila persone in cerca di occupazione, ben 32mila in più del terzo trimestre dell’anno precedente)».
«Non è più il tempo di giocare, di passare da un’oscenità di trasmissione televisiva all’altra al solo scopo di promuovere se stessi. La politica è altro, è paziente lavoro di costruzione di una forte coesione rispetto gli obiettivi di risanamento sociale ed economico del nostro paese, di rinascita della sua capacità produttiva e a questo sono chiamati Governo, Parlamento, le istituzionale regionali e locali, e le forze politiche democratiche. All’orlo del baratro ci siamo arrivati: o si cambia direzione – ha concluso Uras – o si precipita».